Promozione Olistica del Patrimonio Culturale – Parte 4: I Centri di Interpretazione del Patrimonio 

di Ignazio CaloggeroOld Town Heritage Interpretation Centre di Varsavia

Pagina di Riferimento: Interpretazione del Patrimonio Culturale: Da Dove Iniziare

Uno degli aspetti critici che ha interessato gli ecomusei è la mancanza di una definizione univoca e formale. Questo, unito all’uso di termini alternativi come “museo locale”, “museo di comunità” o “museo territoriale”, e all’accostamento del concetto di ecomuseo a fenomeni come la “nuova museologia” (che può essere applicata anche ai musei tradizionali), ha portato a ciò che De Varine definisce come una “banalizzazione del termine ecomuseo”[1].

Oggi è relativamente semplice dichiararsi “ecomuseo”. Salvo i casi in cui venga richiesto il riconoscimento ufficiale ai sensi di normative regionali, non è necessario fornire ulteriori giustificazioni per appropriarsi di questa denominazione.

Un discorso analogo si può fare per il Centro di Interpretazione del Patrimonio (CIP), per il quale non esiste una definizione formale e univoca, nonostante il termine sia utilizzato da tempo nell’ambito dell’interpretazione del patrimonio culturale. Esattamente come avvenuto per molti ecomusei, anche i CIP che si autodefiniscono tali non sempre rispettano, o rispettano solo in minima parte, i principi fondamentali dell’interpretazione. In alcuni casi, la stessa definizione di CIP è associata a semplici istituzioni museali, senza che vengano applicati i principi interpretativi.

La necessità di una definizione formale

Da questa situazione emerge la necessità di adottare una definizione formale per il CIP. In passato, per sottolineare l’importanza del ruolo di queste strutture nell’offrire quelli che  ho indicato “Percorsi di Esperienza di Interpretazione”, ho utilizzato il termine Centro di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP). Tuttavia, riflettendo con maggiore attenzione, l’uso del termine “Esperienze” appare ridondante, poiché il concetto stesso di interpretazione implica intrinsecamente una dimensione esperienziale. Non è un caso che i primi dieci dei diciotto principi dell’interpretazione coincidano con quelli che, in altri contesti, ho definito i “dieci principi esperienziali”.

Alla luce di queste considerazioni, ritengo più appropriato adottare la seguente definizione:

Centro di Interpretazione del Patrimonio (CIP)

Istituzione al servizio della società, risultato di un processo interpretativo che mira a valorizzare, promuovere e rendere accessibile il patrimonio culturale, sia materiale che immateriale. Basandosi sui principi dell’interpretazione, il CIP mira a rivelare significati e relazioni profonde che vanno oltre le apparenze, favorendo la conoscenza, il rispetto, la tutela e il coinvolgimento attivo del pubblico.

Un ecomuseo che aderisce alla definizione di ecomuseo nel suo significato più profondo di “ecomuseo interpretativo” – capace di offrire percorsi reali di interpretazione del patrimonio culturale – può essere considerato un Centro di Interpretazione del Patrimonio Culturale (CIP).

Analogamente, un museo che, come indicato nella definizione ICOM 2022, svolge attività di interpretazione del patrimonio culturale, può essere riconosciuto come Centro di Interpretazione del Patrimonio Culturale (CIP).

Tuttavia, non tutti i musei ed ecomusei offrono percorsi di interpretazione autentici e strutturati. Per questo, è fondamentale che anche queste istituzioni dimostrino il rispetto di indicatori misurabili che caratterizzano un percorso interpretativo, garantendo la qualità e l’efficacia delle loro attività interpretative.

In relazione ai principi dell’interpretazione potremmo classificare tre tipologie di CEIP corrispondenti ai tre livelli di interpretazione illustrati precedentemente:

  • CIP-I (Centro di Interpretazione del Patrimonio di primo livello): Centro che rispetta i principi di interpretazione per l’interpretazione semplice (1, 2, 3, 11, 12, 13, 16)
  • CIP-II (Centro di Interpretazione del Patrimonio di secondo livello): Centro che rispetta i principi di interpretazione per l’interpretazione autentica (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 11, 12, 13, 16)
  • CIP-III (Centro di Interpretazione del Patrimonio di terzo livello): Centro che rispetta i principi di interpretazione per l’interpretazione piena (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18)

Nota: Da qualche anno ho iniziato ad adottare un approccio comparativo tra gli Ecomusei e i Centri di Interpretazione del Patrimonio (CIP). Questo studio mi ha portato alla stesura del volume Dagli Ecomusei ai Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP), pubblicato dal Centro Studi Helios nel 2023. Il volume, e in particolare l’approccio comparativo tra i CIP e gli Ecomusei, ha suscitato l’interesse di Hugues de Varine, illustre archeologo, storico e museologo, riconosciuto come uno dei massimi esperti mondiali in ambito ecomuseale. Ex direttore dell’ICOM (1965-1976), De Varine, attraverso una serie di email inviatemi a partire dal gennaio 2024, si è dimostrato disponibile a discutere ulteriormente la materia.

Potenziali Centri di Interpretazione del Patrimonio (CIP)

Possono diventare Centri di Interpretazione del Patrimonio (CIP), oltre ai Musei ed  Ecomusei, tutte le strutture  che realizzano progetti di valorizzazione, comprensione, promozione e tutela del Patrimonio Culturale materiale e Immateriale che possono ampliare la loro funzione utilizzando un approccio basato sui principi dell’interpretazione.  Al fine di classificare e distinguere le diverse tipologie di strutture, ho elaborato il Repertorio dei Centri di Interpretazione del Patrimonio, una classificazione che potrà evolversi nel tempo, includendo modifiche o nuove categorie. La versione attuale è la 1.0. e comprende circa venti tipologie di Centri tra cui, oltre a Musei, Ecomusei, Parchi e Riserve Naturali, altre realtà come Laboratori e Centri Didattici, Istituzioni Educative, Fattorie Didattiche, Biblioteche e Archivi Storici, Siti Archeologici e Storici, Case e Luoghi della Memoria oltre a Centri di Turismo Esperienziale  e Imprese Culturali e Creative. Rimando per tali dettagli alla pagina dedicata: Repertorio dei Centri di Interpretazione del Patrimonio

[1] Hugues De Varine: L’ecomuseo singolare e plurale. Edizione italiana – Utopie Concrete 2021 – Pag. 66

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