Per una Classificazione del Patrimonio Culturale Immateriale
di Ignazio Caloggero

Presentazione

Classificazione del Patrimonio Culturale Immateriale

La classificazione proposta trae ispirazione da un modello inizialmente elaborato per la realizzazione dell’Atlante del Patrimonio Culturale Immateriale di Sicilia, ma può essere adattata e integrata per rispondere alle esigenze di qualsiasi contesto territoriale.

Il patrimonio culturale, inteso nel suo senso più ampio, si rifà alle definizioni fornite nella Convenzione di Faro e nella Raccomandazione UNESCO del 17 novembre 2015 sulla protezione e promozione dei musei, delle collezioni e della diversità culturale:

  • Patrimonio Culturale (Convenzione di Faro): Il patrimonio culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che alcune persone considerano, a prescindere dal regime di proprietà dei beni, come un riflesso e un’espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni in continua evoluzione. Esso comprende tutti gli aspetti dell’ambiente derivati dall’interazione nel tempo fra le persone e i luoghi;
  • Patrimonio Culturale (UNESCO 2015): Un insieme di valori materiali e immateriali, e le espressioni che le popolazioni selezionano e identificano, in modo indipendente dalla loro proprietà, come riflesso ed espressione delle loro identità, credenze, conoscenze e tradizioni, e di ambienti viventi, meritevoli di tutela e valorizzazione da parte delle generazioni contemporanee e da trasmettere alle generazioni.

Modelli di riferimento per la classificazione del Patrimonio Culturale Immateriale

La classificazione del Patrimonio Culturale Immateriale è stata sviluppata considerando due modelli principali:

  1. Modello UNESCO: Basato sulla definizione fornita dall’Articolo 2 della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (Parigi, 2003), che identifica il patrimonio immateriale come pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e abilità trasmesse di generazione in generazione.
  2. Modello scientifico (o disciplinare): Si rifà alla definizione di Beni Culturali Demoetnoantropologici (DEA), sviluppata dall’Associazione Italiana per le Scienze EtnoAntropologiche (AISEA) e dalla Società Italiana per la Museografia e i Beni Demo-Etno-Antropologici (SIMBDEA) nel 2007. Questa definizione è prevalentemente utilizzata in ambito scientifico, catalografico e documentale.

È importante sottolineare che il concetto di “Patrimonio Immateriale” dell’UNESCO non coincide del tutto con i beni DEA, poiché abbraccia una gamma più ampia di ambiti culturali, non sempre riconducibili alla tradizione demoetnoantropologica.

Il risultato finale è stato quello di individuare i seguenti quattro importanti pilastri:

  1. Le Attività Immateriali considerate Identità Culturali
  2. I Luoghi della Memoria e simbolici
  3. I Prodotti Materiali associati alle Attività Immateriali
  4. Storie di Personaggi Storici e della Cultura (*)

(*): Il Patrimonio Culturale Immateriale si concentra su pratiche, espressioni e conoscenze piuttosto che su individui specifici. Tuttavia, ho ritenuto opportuno inserire anche la categoria “Storie di Personaggi Storici e della Cultura” nell’Atlante del Patrimonio Culturale, poiché le narrazioni e le leggende legate a questi personaggi possono avere un impatto significativo sulle tradizioni e sull’identità culturale.

Un ulteriore elemento, ai fini della classificazione, preso in considerazione è il seguente:  

  1. Riconoscimenti regionali, nazionali e internazionali associati ai singoli beni

Classificazione Patrimonio Culturale Immateriale 1.0  (Elenco e breve descrizione)

La classificazione proposta è uno strumento dinamico, in grado di adattarsi e incorporare nuovi elementi man mano che emergono esigenze o approfondimenti. La classificazione proposta potrà evolversi nel tempo con l’aggiunta di nuove categorie o sottocategorie, o con la ricollocazione di alcune di esse. Al momento, la versione attuale è la 1.0.

1. Attività immateriali

1.1) Racconti Popolari

I Racconti Popolari sono narrazioni tradizionali trasmesse di norma oralmente di generazione in generazione all’interno di una comunità o cultura.

  • Miti: Narrazioni sacre che spiegano l’origine del mondo, degli dèi, degli esseri umani e dei fenomeni naturali. I miti riflettono le credenze religiose e cosmologiche di una cultura e hanno una funzione esplicativa e normativa
  • Leggende: Racconti che mescolano elementi storici e fantastici, spesso incentrati su personaggi reali o eventi storici arricchiti da dettagli immaginari. Le leggende cercano di spiegare l’origine di una tradizione, di un luogo o di un fenomeno, mantenendo un legame con la realtà.
  • Fiabe: Racconti fantastici caratterizzati da elementi magici o soprannaturali come fate, streghe, maghi, animali parlanti e oggetti incantati. Le fiabe narrano avventure straordinarie di eroi o eroine che affrontano sfide e ostacoli, spesso con l’aiuto di forze magiche. La loro finalità principale è intrattenere, ma possono anche contenere insegnamenti morali impliciti.
  • Favole: Brevi racconti allegorici in cui i protagonisti sono spesso animali antropomorfi che rappresentano vizi e virtù umane. Le favole hanno una morale esplicita, espressa chiaramente alla fine, e servono a insegnare lezioni etiche o pratiche

1.2) Tradizioni orali ed Espressioni

Le tradizioni orali ed espressioni comprendono le forme di comunicazione orale che veicolano conoscenze, valori, credenze e tradizioni culturali. Queste espressioni sono fondamentali per la trasmissione del patrimonio immateriale attraverso il linguaggio.

  • Poesie (Popolari e Religiose): Componimenti poetici tramandati oralmente o scritti, che riflettono l’identità culturale e spirituale di una comunità. Le poesie popolari esprimono sentimenti, storie e tradizioni locali, mentre le poesie religiose sono legate a pratiche e credenze spirituali.
  • Dialetti, Parlate e Gerghi: Varietà linguistiche locali che differiscono dalla lingua standard, includendo dialetti regionali, modi di parlare specifici di una comunità e gerghi professionali o sociali. Questi elementi linguistici sono fondamentali per l’identità culturale e la coesione sociale.
  • Indovinelli: Brevi enigmi o giochi di parole che richiedono ingegno per essere risolti. Gli indovinelli servono sia come intrattenimento che come strumento educativo, stimolando il pensiero critico e la creatività.
  • Filastrocche: Brevi composizioni in rima, spesso ritmiche e melodiche, utilizzate per insegnare ai bambini concetti base come numeri, lettere o valori morali. Le filastrocche facilitano la memorizzazione e l’apprendimento attraverso la ripetizione e il ritmo.
  • Aneddoti Popolari: Brevi racconti che descrivono episodi curiosi, umoristici o morali riguardanti persone comuni o personaggi noti. Gli aneddoti servono a intrattenere o a illustrare un punto specifico attraverso esempi concreti.
  • Proverbi e Detti Popolari: Frasi brevi e memorabili che esprimono saggezza popolare, insegnamenti morali o osservazioni sulla vita quotidiana. I proverbi e i detti popolari riflettono l’esperienza collettiva e vengono utilizzati per guidare il comportamento e le decisioni.

1.3) Arti dello Spettacolo

Le arti dello spettacolo includono forme di espressione artistica che coinvolgono performance dal vivo, combinando elementi come musica, danza, teatro e narrazione. Queste arti sono veicoli fondamentali per la trasmissione culturale e l’intrattenimento.

  • Rappresentazioni Teatrali: Performance drammatiche eseguite dal vivo, che possono includere opere teatrali tradizionali, commedie dell’arte, tragedie e altre forme di teatro. Queste rappresentazioni riflettono temi culturali, storici e sociali, e possono essere eseguite in dialetto o lingua locale.
  • Teatro di Marionette: Forma di teatro in cui i personaggi sono rappresentati da marionette o burattini manipolati dai performer. Il teatro di marionette è una tradizione antica che spesso racconta storie popolari, leggende o satire sociali, ed è particolarmente diffuso in alcune regioni come la Sicilia con l’Opera dei Pupi.
  • Danze Popolari: Forme di danza tradizionale trasmesse di generazione in generazione, spesso associate a festività, cerimonie o eventi sociali. Le danze popolari riflettono l’identità culturale di una comunità, incorporando movimenti, costumi e musiche tipiche.
  • Musica Tradizionale: Espressioni musicali che fanno parte del patrimonio culturale di una comunità, includendo melodie, ritmi e strumenti tradizionali.
    • Canto Popolare: Canti tramandati oralmente, che esprimono storie, emozioni, eventi storici o aspetti della vita quotidiana. Il canto popolare può essere eseguito individualmente o in gruppo e spesso accompagna altre attività culturali come le danze o i rituali.
    • Musica Strumentale: Composizioni eseguite con strumenti musicali tradizionali, che possono variare da regione a regione. La musica strumentale tradizionale accompagna spesso danze, cerimonie o momenti di intrattenimento.
  • Cantastorie: Artisti itineranti che narrano storie attraverso il canto, la recitazione e spesso l’uso di strumenti musicali e immagini illustrative. I cantastorie tramandano racconti epici, leggende, fatti storici o cronache locali, svolgendo un ruolo importante nella conservazione della memoria collettiva.

1.4) Pratiche Sociali, Rituali e Eventi Festivi

Questa categoria comprende le attività e le pratiche collettive che strutturano la vita sociale e culturale di una comunità. Le pratiche sociali, i rituali e gli eventi festivi rafforzano i legami sociali, l’identità comunitaria e la trasmissione delle tradizioni.

  • Festività Religiose e Civili (compreso le Feste Patronali): Eventi celebrativi che possono essere di natura religiosa o civile, spesso associati a date specifiche del calendario. Le festività includono processioni, messe, parate, fuochi d’artificio e altre manifestazioni pubbliche che coinvolgono l’intera comunità.
  • Celebrazioni e Pratiche Commemorative: Eventi e cerimonie che onorano la memoria di personaggi storici, eventi significativi o ricorrenze particolari. Le pratiche commemorative possono includere discorsi, cerimonie ufficiali, deposizione di corone e altre attività simboliche.
  • Riti e Pratiche Rituali: Azioni simboliche e codificate eseguite secondo tradizioni consolidate, spesso con significati spirituali, religiosi o culturali. I riti possono riguardare momenti importanti della vita umana come nascite, matrimoni, funerali, o essere legati a cicli stagionali e agricoli.
  • Cerimonie Tradizionali: Eventi formali che seguono protocolli e rituali specifici, spesso associati a istituzioni sociali o comunitarie. Le cerimonie tradizionali possono includere investiture, giuramenti, inaugurazioni e altre occasioni speciali che consolidano l’ordine sociale.
  • Giochi Tradizionali: Attività ludiche trasmesse attraverso le generazioni, che possono includere giochi fanciulleschi, competizioni sportive tradizionali o giochi di abilità. I giochi tradizionali favoriscono la socializzazione, l’apprendimento di abilità e la coesione comunitaria.

1.5) Saperi

I Saperi comprendono le conoscenze e le competenze tradizionali sviluppate dalle comunità nel corso del tempo, spesso in stretta relazione con l’ambiente naturale e le necessità sociali ed economiche.

  • Antichi Mestieri: Professioni e attività lavorative tradizionali che richiedono abilità manuali e conoscenze specifiche tramandate attraverso l’apprendistato. Gli antichi mestieri includono attività come il fabbro, il calzolaio, il falegname e altri artigiani che utilizzano tecniche tradizionali.
  • Artigianato Tradizionale: Produzione di oggetti utilitari o decorativi utilizzando tecniche e materiali tradizionali. L’artigianato tradizionale riflette l’estetica, le esigenze pratiche e l’identità culturale di una comunità, includendo ceramica, tessitura, ricamo, lavorazione del legno e altri settori.
  • Tecniche e Conoscenze Tradizionali sulla Natura: Saperi relativi all’ambiente naturale, inclusi metodi tradizionali di gestione delle risorse, previsioni meteorologiche, orientamento, conoscenze sulle piante medicinali e sugli animali. Queste conoscenze sono fondamentali per la sostenibilità e l’adattamento all’ambiente.
  • Medicina Tradizionale: Pratiche terapeutiche e conoscenze relative alla salute e al benessere, sviluppate nel contesto culturale di una comunità. La medicina tradizionale può includere l’uso di erbe medicinali, massaggi, rituali curativi e altre tecniche alternative alla medicina convenzionale.
  • Pratiche Agricole Tradizionali: Metodi di coltivazione, allevamento e gestione del territorio trasmessi attraverso le generazioni. Queste pratiche sono adattate alle condizioni ambientali locali e spesso integrano conoscenze ecologiche profonde.
  • Enogastronomia: Tradizioni culinarie e pratiche alimentari che includono ricette, tecniche di preparazione, conservazione degli alimenti e produzione di bevande come il vino. L’enogastronomia riflette la storia, le risorse locali e l’identità culturale di una comunità, contribuendo al suo patrimonio immateriale.

2. Luoghi della Memoria

I luoghi della memoria sono spazi che, attraverso le loro caratteristiche e funzioni, evocano e preservano ricordi collettivi legati a fatti storici, religione, miti, riti collettivi, leggende, personalità storiche e culturali, o particolari saperi del passato, come i luoghi storici del lavoro.

Dal punto di vista turistico, i luoghi della memoria e i luoghi simbolici rappresentano un potente elemento di attrazione, che, integrato con altre risorse del territorio, può contribuire a valorizzare l’offerta turistica complessiva.

Categorie principali:

  • Luoghi del Mito e delle Leggende: Spazi che richiamano narrazioni mitologiche o leggende tramandate nel tempo, fondamentali per l’identità culturale di una comunità.
  • Luoghi del Sacro: Siti legati alla spiritualità e alla religione, come santuari, chiese, templi e percorsi devozionali.
  • Luoghi degli Eventi Storici: Luoghi in cui si sono svolti fatti storici significativi, simbolo di memoria collettiva e identità.
  • Luoghi delle Personalità Storiche e della Cultura: Spazi associati a figure storiche o culturali di rilievo, come case natali o sedi di attività rilevanti.
  • Luoghi Storici del Lavoro: Siti che testimoniano l’evoluzione delle attività lavorative e delle tradizioni produttive di un territorio.
  • Luoghi Storici del Gusto: Spazi legati alla produzione, alla tradizione e alla cultura del cibo e del vino.
  • Luoghi del Racconto Letterario, Televisivo e Filmico: Scenari che hanno ispirato opere letterarie, televisive o cinematografiche, o che ne sono stati ambientazione.
  • Luoghi della Comunità: Spazi condivisi dove si svolgevano o si svolgono ancora pratiche collettive, feste, mercati o riti sociali.
  • Luoghi delle Due Guerre Mondiali: Siti legati a eventi, battaglie o memorie delle due guerre mondiali, con valore commemorativo e storico.
  • Altri Beni della Memoria:
    • Monumenti della Memoria: Strutture commemorative erette in onore di eventi o figure significative.
    • Musei della Memoria: Spazi espositivi dedicati alla conservazione di testimonianze storiche e culturali.
    • Case-Museo della Memoria: Dimore storiche trasformate in musei per raccontare la vita e l’opera di figure rilevanti.
    • Ecomusei della Memoria: Musei che integrano cultura, ambiente e tradizioni locali per narrare la memoria collettiva.
    • Archivi e Biblioteche Storiche della Memoria: Istituzioni che custodiscono documenti, libri e testimonianze del passato.
    • Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP) della Memoria: Spazi dedicati alla narrazione interpretativa del patrimonio culturale e storico.

Ai Luoghi della Memoria classici, ho aggiunto la macro-classe “Altri beni della Memoria”. Alcuni di tali beni potrebbero, a prima vista non corrispondere  con il concetto stesso di luoghi della memoria. La loro attribuzione ai luoghi della memoria è legata allo loro funzione, tipo e natura del bene e modalità di organizzazione assunta. Per marcare il concetto di memoria e distinguerli dai beni simili già inseriti in altre categorie, in alcuni casi ho inserito la frase finale “della Memoria”

La classificazione proposta include la macro-classe “Altri beni della Memoria” per abbracciare risorse non sempre immediatamente riconducibili al concetto classico di luoghi della memoria. La loro attribuzione si basa sulla funzione, natura e modalità organizzativa del bene. Per rafforzarne l’identità legata alla memoria, è stata aggiunta, in alcuni casi, la dicitura “della Memoria”.

È inoltre importante considerare che i luoghi possono rientrare in più categorie contemporaneamente. Ad esempio, un sito potrebbe essere classificato come luogo della memoria per il lavoro, il gusto o il sacro, ospitare spazi espositivi all’interno di un ecomuseo e possedere caratteristiche proprie di un Centro di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP).

La Regione Sicilia è stata tra le prime a intraprendere un percorso di catalogazione di luoghi che rispondono ai requisiti appena citati ed è quella che ha dato spunto alle prime sette categorie elencate.

3. I Prodotti Materiali associati alle Attività Immateriali

Le attività immateriali consentono di attribuire un significato anche a prodotti materiali mobili e immobili il cui valore culturale è dato proprio dal loro rapporto intrinseco con le attività stesse:

  • Abitazioni e arredi
  • Abbigliamento e accessori
  • Oggetti d’uso comune e rituale
  • Attrezzi e utensili da lavoro
  • Mezzi di trasporto
  • Mezzi di comunicazione
  • Strumenti musicali
  • Imbarcazioni

4. Storie di Personaggi Storici e della Cultura

Questa categoria comprende narrazioni, leggende, biografie e racconti legati a figure storiche o culturali, le cui vicende hanno avuto un impatto significativo sulle tradizioni e sull’identità culturale di una comunità. Questi personaggi, attraverso le loro azioni, opere o il ricordo tramandato nel tempo, contribuiscono a rafforzare l’identità culturale e a ispirare nuove generazioni, rappresentando un elemento di sicuro interesse della memoria collettiva e dell’immaginario condiviso.

5. Classificazione in base ai vari tipi di riconoscimenti

  • ICHL: Lista Mondiale del Patrimonio Culturale Immateriale (Intangibile Cultural Heritage List)
  • PAT: Prodotti Agroalimentari Tradizionali
  • Memory of the World: Archivi e documenti storici individuati dal Programma UNESCO “Memoria nel Mondo”
  • Città creative dell’UNESCO: Il Network Città Creative è una rete di città che hanno fatto della creatività il motore dello sviluppo economico ed è divisa in sette aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali: Musica, Letteratura, Artigianato e Arti e Tradizioni Popolari (Craft and Folk Art), Design, Media Arts, Gastronomia e Cinema.

Nota: La classificazione potrebbe essere integrata da ulteriori elenchi legati a riconoscimenti  catattere regionale, per quanto riguarda, ad esempio la Sicilia sono stati presi in considerazione anche i seguenti riconoscimenti:

  • REIS: Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia
  • LIM: Luoghi dell’Identità e della Memoria di Sicilia
  • REIMAR: Re­gi­stro Identitario del­la Pe­sca Me­di­ter­ra­nea e dei Bor­ghi Ma­ri­na­ri”

Un esempio di catalogazione che utilizza la classificazione data è: Atlante del Patrimonio Culturale Immateriale di Sicilia

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