OEE Articoli Archivi - Itinerari Esperienziali https://www.itinerariesperienziali.it/category/sistema/outdoor-exploration-experience/oee-articoli/ Itinerari Esperienziali Tue, 17 Dec 2024 11:30:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://www.itinerariesperienziali.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-esperienze512x512-1-32x32.jpg OEE Articoli Archivi - Itinerari Esperienziali https://www.itinerariesperienziali.it/category/sistema/outdoor-exploration-experience/oee-articoli/ 32 32 Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici https://www.itinerariesperienziali.it/turismo-davventura-calcolo-dei-tempi-di-percorrenza-dei-sentieri-escursionistici-il-metodo-brasiliano/ Tue, 05 Nov 2024 12:29:27 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100010107 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano 

di Ignazio CaloggeroCalcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici

Area di riferimento: Articoli di Approfondimento – Outdoor Exploration Experience 

Esistono molti metodi per calcolare il tempo di percorrenza dei sentieri escursionistici, dai più empirici e semplici basati unicamente sull’esperienza e la pratica escursionistica ai più complessi basati su formule matematiche abbastanza complesse. 

Un elenco non esaustivo potrebbe essere il seguente:

  • Metodo 1: Criterio basato sull’esperienza (CAI)
  • Metodo 2: Criterio basato sul diagramma dei tempi di marcia (Ente svizzero pro sentieri)
  • Metodo 3: Metodo svizzero
  • Metodo 4: Metodo dello Sforzo Equivalente
  • Metodo 5: Metodo dell’Indice di Sforzo
  • Metodo 6: Metodo Brasiliano

Rimandando, per brevità, ad altre sedi per il dettaglio di tutti gli altri metodi, in questo articolo tratteremo unicamente il primo metodo (CAI) e il sesto metodo, chiamato “brasiliano” in quanto proposto anche dalla norma tecnica brasiliana ABNT NBR 15505-2:2019, Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso (Norma Brasiliana). Del metodo 6 forniremo anche un esempio. 

Metodo 1: Criterio basato sull’esperienza (CAI)

Il primo criterio è fornito dall’esperienza ed è molto approssimativo:

Un escursionista mediamente allenato riesce a guadagnare in quota in media in un’ora:

  • 350 metri in quota in salita
  • 500 metri in quota in discesa
  • 3,5-4 km in termini di chilometri percorsi su un percorso piano o ondulato

Se l’itinerario si svolge a quote superiori ai 2800-3000 metri, i tempi di marcia sono diversi: in genere in un’ora si guadagnano in quota 250-300 metri in salita e 400-450 metri in discesa.

I tempi indicati sono tempi effettivi che non tengono conto delle soste.

Fonte: Manuale tecnico “Sentieri: Manuale tecnico per l’individuazione la segnaletica e la manutenzione delle reti sentieristiche” edito dalla Regione Lombardia nel 2019 che revisiona e aggiorna il Quaderno di escursionismo CAI “Sentieri”, pianificazione, segnaletica e manutenzione” ed. 2010

Metodo 6: Metodo Brasiliano

Sostanzialmente il metodo, così come il metodo 5 si basa sul calcolo dell’indice di sforzo ma tiene conto delle difficoltà del terreno e indica valori diversi, a differenza di quelli previsti del CAI per le salite e le discese.

Le grandezze proposte dal metodo brasiliano sono le seguenti:

  • Distanza percorsa in media in un’ora su un piano =
    • 4 km se sentiero facile da percorrere (strade e piste)
    • 3 km se sentiero con difficoltà moderata (sentieri, sentieri lisci e prati)
    • 2 km se sentieri difficili da percorrere (sentieri petrosi e letti di fiumi)
  • Distanza percorsa in media in un’ora in salita = 200 m. (0.2 km)
  • Distanza percorsa in media in un’ora in discesa = 300 m. (0.3 km)

Le variabili per il calcolo sono:  

Vmp = 4, 3 o 2 km/h a seconda del tipo di sentiero (Velocità media oraria sul piano in chilometri)

Vms = 0.2 km/h (Velocità verticale media orario in salita in chilometri)

Vmd = 0.3 km/h (Velocità verticale media orario in discesa in chilometri)

D= distanza in chilometri del sentiero o della sezione interessata al calcolo

H= dislivello della sezione interessata al calcolo

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp

Ts = Tempo di percorrenza in salita = H/Vms

Td = Tempo di percorrenza in discesa = H/Vmd

Tdl = Tempo richiesto per i dislivelli = Ts+Td

Tmax = Tempo massimo calcolato = Max(Tp, Tdl)

Tmin = Tempo massimo calcolato = Min(Tp, Tdl)

TE (Tempo di Escursione = Indice di Sforzo IS)

La formula per calcolare il tempo di percorrenza (Indice di Sforzo) è la seguente:

TE = Tmax + (Tmin/2)

Esempio

Consideriamo un percorso escursionistico di 10 Km costituito da 4 tratti (sezioni) ognuno di 5 Km, di cui il primo tratto in piano orizzontale ed il secondo tratto con un dislivello in salita di 300 m. Se consideriamo il ritorno. Il percorso intero può essere pensato come ad un percorso di 20 Km suddiviso in 4 sezione dove la prima e quarta sezione di 5 km sono in piano, la seconda sezione in salita (+ 300 m) e la terza in discesa (-300 m)

I dati

Ipotizziamo che la prima e quarta sezione siano da considerarsi percorsi facili (Vmp= 4 km/h) mentre la seconda e la terza percorsi moderatamente difficili (Vmp=3 km/h)

I dati

Sezione 1

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/4 = 1.25 ore (30 minuti)

Sezione 2

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/3 = 1.66 ore

Ts = Tempo di percorrenza in salita = H/Vms = 300/200 = 1,5 ora

Sezione 3

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/3 = 1.66 ore

Ts = Tempo di percorrenza in discesa = H/Vmd = 300/300 = 1 ora

Sezione 4

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/4 = 1.25

Somma dei tempi di percorrenza sul piano orizzontale (Tp)

1.25 ore (sezione 1) + 1.66 ore (sezione 2) + 1.66 ore (sezione 3) + 1.25 ore (sezione 4) = 5,82 ore

Somma dei tempi di percorrenza sui piani non orizzontali (Tdl)

1,5 ora (sezione 2) + 1 ora (sezione 3) = 2.5 ore = 2 ora e 30 minuti

Tmax = Tempo massimo calcolato = Max(Tp, Tdl)= 5,82 ore

Tmin = Tempo massimo calcolato = Min(Tp, Tdl) = 2.5 ore

TE = Tmax + (Tmin/2) = 5,82 + (2.5/2)= 7.07 ore = 7 ore e 4 minuti circa

I tempi indicati sono tempi effettivi che non tengono conto delle soste.

Ignazio Caloggero

Ignazio Caloggero

Formazione in Evidenza
Corsi Base 

Corsi tematici sulla Progettazione delle Esperienze

Nessun articolo trovato.

Corsi con Attestazione Professionalizzante ai sensi della Legge 4/2013

L'articolo Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
Valutazione del Rischio in ambito escursionistico https://www.itinerariesperienziali.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico-metodo-delle-tre-matrici/ Tue, 05 Nov 2024 12:22:40 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100010103 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo Valutazione del Rischio in ambito escursionistico proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici 

di Ignazio Caloggero

Area di riferimento: Articoli di Approfondimento – Outdoor Exploration Experience 

Riassunto

L’articolo presenta un nuovo modello di calcolo del rischio denominato “Metodo delle tre Matrici” elaborato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali.

Il modello nasce per la valutazione dei rischi nel settore del Turismo d’avventura in cui i servizi escursionisti rientrano, si adatta comunque a qualunque offerta turistica che vede il coinvolgimento di partecipanti e in luoghi che potrebbero presentare dei pericoli.

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD   
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT  
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR 

Dove T è un fattore correttivo (amplificativo) che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

Il metodo presentato è ancora nella sua versione di studio e richiede approfondimenti soprattutto di tipo statistico legati alle probabilità degli eventi pericolosi associati ai singoli luoghi interessati ai servizi escursionistici. Chiunque voglia collaborare a migliorare il metodo può farlo inviando i propri contributi a info@aiptoc.it

Il Metodo delle tre Matrici

Le Guide escursionistiche e le strutture che forniscono servizi di avventura in genere, dovrebbero sempre, come consigliato dalla norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti e dalla norma internazionale, ancora in fase di discussione (la “ISO/CD 3021 – Adventure tourism — Hiking and trekking activities — Service requirements”), compilare un inventario dei pericoli e dei rischi che andrebbe aggiornato periodicamente.

Di seguito un elenco non esaustivo di situazioni in cui potrebbe essere opportuno effettuare una valutazione del rischio:

  • Contatti con rettili e animali
    • Vipere
    • Lupi,
    • Cani randagi
    • Cinghiali
    • Orsi
    • Animali al pascolo (Mandrie)
  • Contatti con insetti
    • Ragni
    • Zecche
    • Imenotteri (Api, Vespe, Calabroni e Bombi )
    • Scorpioni
    • Scolopendre
    • Altri insetti pericolosi
  • Pericoli legati alla meteorologia
    • Nebbia
    • Fulmini e Temporali
    • Valanghe
    • Pioggia, Esondazioni
    • Vento
    • Grandine, Neve e Ghiaccio
  • Conflitti tra i partecipanti e/o tra i componenti del Team operativo
  • Rischi di cadute o scivolamento lungo il sentiero
  • Cadute in acqua
  • Caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso
  • Aumento improvviso del volume dell’acqua lungo il percorso nei pressi di dighe
  • Equipaggiamento inadatto
  • Incendi
  • Allergie e contatti con piante e alcuni tipi di vegetazione
  • Inquinamento ambientale
  • Intossicazioni alimentari
  • Traffico veicolare
  • Malessere o difficolta dei partecipanti
    • Mal di montagna (MAM – Male Acuto di Montagna)
    • Labirintite
    • Vertigini (acrofobia)
    • Insolazione (colpo di sole)
    • Ipotermia
    • Ipertermia (colpo di calore)
    • Disidratazione
    • Stanchezza
    • Riluttanza o desiderio di rinuncia da parte del partecipante per qualsiasi motivo
  • Perdita di parti dell’equipaggiamento o altri strumenti accessori
  • Perdita di uno o più partecipanti

I concetti di rischio e pericolo

Il concetto di rischio è molto ampio e non riguarda unicamente il settore della sicurezza delle persone, l’analisi del rischio (risk assessment) e la relativa gestione (risk management) è ormai applicato in tutti i settori per svariate esigenze e non solo quelle relative agli ambienti di lavoro.

Rivediamo ancora una volta la differenza che esiste tra “pericolo”, “danno” e “rischio” limitandoci comunque all’ambito della sicurezza dei partecipanti e del team operativo interessato ad una escursione.

Pericolo (P)

Potenziale fonte di lesione o danno alla salute (la vipera è un pericolo)

Danno (D) (rischio + evento scatenante)

Qualunque conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’eventi (il danno provocato dal morso di una vipera)

Rischio (R) (pericolo + esposizione)

Combinazione della probabilità e della conseguenza (danno) del verificarsi di uno specifico evento pericoloso (il rischio di essere morsi da una vipera durante un evento escursionistico)

Per ogni pericolo che interessa l’ambito escursionistico andrebbe calcolato il rischio tenendo conto delle probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (evento scatenante) e delle possibili entità del danno che i partecipanti o lo stesso personale del team operativo può subire.

Il rischio R può essere ricondotto al prodotto di due grandezze probabilistiche R = PxD:

  • Probabilità: la frequenza con cui un determinato evento si può verificare. Intesa come la probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (Es: contatti con animali, insetti, flora, situazioni ambientali estreme, ecc);
  • Dannomagnitudo delle conseguenze; entità del danno che subisce il partecipante o i componenti del team escursionistico. (fratture, distorsioni, shock anafilattico, infarto, malori in genere, ecc)

R = PxD è anche raffigurabile in un grafico avente in ascissa la gravità del danno atteso ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.

È possibile ridurre il rischio in modo significativo attraverso:

  • Interventi di Prevenzione: mirano alla riduzione della probabilità di accadimento dell’evento
  • Interventi di Protezione: mirano a ridurre il danno senza intaccare la probabilità di verificarsi dell’evento.

Rivediamo il grafico precedente da un altro punto di vista.

Indichiamo con:

Rc: Rischio calcolato con la formula R=PxD (in questa fase non consideriamo, per semplificazione il fattore moltiplicativo T che vedremo invece più avanti)

Ra: Rischio accettabile

Rs: Rischio residuo

Nel grafico seguente, al fine di ricollegarci con i termini usati precedenti, indichiamo R1= Ra; R2=Rc; f=P e m=D

Come si può vedere dal grafico, l’obiettivo generale è, attraverso interventi di prevenzione e protezione, ma anche attraverso adeguate misure organizzative, di abbattere la curva del rischio, in modo da ottenere un rischio residuo che sia al disotto del rischio accettabile.

Metodo delle tre Matrici

In questa sede verrà presentato un modello di calcolo del rischio denominato “Metodo delle tre Matrici” elaborato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali.

Il modello nasce per la valutazione dei rischi nel settore del Turismo d’avventura in cui i servizi escursionisti rientrano, si adatta comunque a qualunque offerta turistica che vede il coinvolgimento di partecipanti e in luoghi che potrebbero presentare dei pericoli.

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR

Dove T è un fattore correttivo che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

1) Calcolo di Ri: Rischio iniziale (Matrice PxD)

Il calcolo del rischio iniziale avviene applicando la classica Matrice del rischio

Rivediamo le variabili che andranno a costituire la matrice R=PxD

Definizione del valore di probabilità (P)

VALORE DI 

PROBABILITÀ

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Improbabile

• Il suo verificarsi richiederebbe la concomitanza di più eventi poco probabili per provocare danni 

• Non sono noti fatti analoghi verificatisi

• Il suo verificarsi susciterebbe incredulità

• Frequenza di accadimento molto bassa

2 Poco probabile

• Il suo verificarsi richiederebbe circostanze non comuni e di poca probabilità per provocare danni 

• Sono noti solo rarissimi episodi analoghi già verificatisi

• Il suo verificarsi susciterebbe modesta sorpresa

• Frequenza di accadimento bassa

3 Probabile

• Si sono verificati altri fatti analoghi 

• Il suo verificarsi susciterebbe modesta sorpresa

• Frequenza di accadimento media

4 Molto probabile

• Si sono verificati altri fatti analoghi 

• Esiste una correlazione diretta tra la situazione in esame ed il verificarsi del danno ipotizzato

• Frequenza di accadimento alta

Per quanto riguarda il valore P, molto è legato alla esperienza del Leader escursionista tenendo conto di volta in volta del contesto in cui ci troviamo. Se consideriamo ad esempio al pericolo costituito dalla vipera e la probabilità di incontrarla, il valore da dare a P è zero se ci si trova in Sardegna e può variare da tanti fattori in base alla zona oggetto della escursione ma anche in base alla stagione, alle temperature, al tipo di terreno incontrato durante il percorso, agli orari della giornata e così via.

Nel calcolo del valore P bisognerà quindi tenere conto di molti fattori, tra cui:

  • Tipo di terreno incontrato durante l’escursione
  • Località
  • Stagione
  • Temperature effettive
  • Orario della giornata
  • Segnalazioni precedenti, esperienze personali e fatti noti associati al luogo visitato

Definizione del valore di gravità del danno (D)

VALORE DI 

DANNO

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Lieve
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti immediatamente reversibili o temporanei
  • Danni ambientali lievi immediatamente ripristinabili
2 Medio
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti reversibile
  • Danni ambientali non gravi facilmente ripristinabili
3 Grave
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti
  • Danni ambientali gravi difficilmente ripristinabili o ripristinabili non immediatamente
4 Molto Grave
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze letali o di invalidità totale o gravemente invalidanti
  • Danni ambientali molto gravi non ripristinabili

Bisognerà tenere conto del possibile danno che può derivare da un incontro o una esposizione con la fonte del possibile danno. Ad esempio, un morso di vipera o di un ragno altamente velenoso potrebbe in alcune circostanze, portare alla morte, da qui il consiglio di assegnare il valore massimo al parametro D per cui andrebbe messo 4.

Matrice del Rischio R=Probabilità/Danno

La scelta effettuata in questo modello è la seguente:Il risultato è una matrice a 2 dimensioni R=PxD, dove la valutazione numerica e cromatica del rischio permette di identificare la scala di priorità degli interventi da adottare.

R >9 Rosso -> rischio alto

≤ R < 9 Arancione -> rischio medio alto

≤ R < 6 Giallo -> rischio medio basso

≤ R < 3 Verde -> rischio basso

2) Calcolo di Rc: Rischio calcolato (Matrice PxDxT)

Consideriamo adesso la seguente variabile

  • Tipologia Partecipanti: la tipologia di partecipanti (anziani, bambini, persone debilitate, persone con allergie particolari, persone non adeguatamente preparate o attrezzate, ecc)

Per il calcolo del valore correttivo bisogna distinguere i partecipanti come partecipanti a rischio (Es: presenza di patologie o con situazioni fisiche debilitanti, bambini, anziani, ecc.) e partecipanti non a rischio. Inoltre, è opportuno tenere conto della preparazione e informazioni ricevute che può essere adeguata o meno.

Valore correttivo T legato ai Partecipanti

Valore 

Correttivo

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Partecipanti non a rischio adeguatamente preparati e informati
1,5 Partecipanti non a rischio non adeguatamente preparati o informati
2 Partecipanti a rischio adeguatamente preparati e informati
3 Partecipanti a rischio non adeguatamente preparati o informati

Nota: In questa fase si è voluto dare, per semplificazione, un peso crescente da 1 a 3 in base alla classificazione appena data, uno studio più approfondito sulla tipologia dei partecipanti potrebbe portare ad una assegnazione ancora più mirata e variegata che tenga conto dei pesi diversi che possono assumere i casi individuati.

Il calcolo del rischio effettivo avviene applicando la classica Matrice del rischio il cui valore finale viene corretto da un fattore moltiplicatore che va da 1 a 3

La formula Rc= PxDxT indica il rischio calcolatoche tiene conto del fattore correttivo T

Come nella matrice classica R=PxD, la valutazione numerica (il cui valore finale dipenderà dalla correzione del fattore T) e cromatica del rischio permette di identificare la scala di priorità degli interventi da adottare.

Il risultato finale sarà una matrice del rischio che si basa su 3 variabili: P, D e T, non essendo semplice la rappresentazione in 3D di tale matrice vediamo i vari valori che potranno assumere le singole celle della matrice bidimensionale PxD.

In base ai valori che può assumente la variabile T, sarà quindi possibile ottenere le seguenti tabelle finali.

 

Come si può notare il rischio calcolato aumenta al variare di T si va da T=1 (Partecipanti non a rischio adeguatamente preparati e informati) che vede una situazione invariata rispetto al calcolo iniziale a T=3 (Partecipanti a rischio non adeguatamente preparati o informati) che vede il rischio calcolato triplicarsi rispetto al calcolo iniziale.

3) Calcolo di Rs: Rischio residuo (Matrice PxDxTxFR)

Il calcolo del rischio effettivo avviene applicando la classica Matrice del rischio il cui valore finale viene corretto da un fattore moltiplicatore che va da 1 a 3 e da un ulteriore fattore riduttivo FR che va da 1 a 0.2

Nel calcolo del rischio, R = PxDxT (Rischio = Probabilità X Danno X Tipologia di Partecipante), dovrebbe essere considerato un ulteriore fattore correttivo, in questo caso riduttivo “FR”, legato alla competenza, preparazione, e adozione di un sistema di gestione per la sicurezza da parte degli organizzatori delle escursioni.

Fattore riduttivo del rischio FR: a sua volta basato sulla valutazione dei seguenti parametri:

  • Prevenzione: Presenza di misure di prevenzione
  • Protezione: Presenza di misure di protezione
  • Competenze: Personale preparato e adeguatamente formato per l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione
  • Organizzazione: Presenza di una organizzazione in grado di gestire un Sistema di Gestione della Sicurezza, che individua in modo formale ruoli, compiti e responsabilità per la Gestione della Sicurezza. (Es: Presenza di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi della norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti)

Per ognuno dei parametri Prev, Prot, Comp e Org daremo un valore che va da 0 a 0.2.

Valore correttivo legato alla Prevenzione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Adeguata e applicabile al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Prevenzione sufficiente ma migliorabile
0,05 Non sufficiente Prevenzione non sufficiente al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna prevenzione o inapplicabile al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Protezione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Adeguata e applicabile al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Protezione sufficiente ma migliorabile
0,05 Non sufficiente Protezione non sufficiente al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna protezione o inapplicabile al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Competenze

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Competenze Adeguate e applicabili al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Competenze sufficienti ma migliorabili
0,05 Non sufficiente Competenze non sufficienti al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna competenza specifica in base al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Organizzazione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto adeguate e applicabili al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto ma risultano migliorabili
0,05 Non sufficiente L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto che non sono sufficienti
0 Assente L’organizzazione non ha adottato nessun SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto

 

Nota: In questa fase si è voluto dare, per semplificazione, un peso crescente da 0 a 0,2 in base alla classificazione appena data, uno studio più approfondito potrebbe portare ad una assegnazione ancora più mirata e variegata che tenga conto dei pesi diversi da associare alle diverse situazioni

La formula FR = 1- (Prev+Prot+Comp+Orga) costituirà il Fattore di Riduzione FR. Si può notare come il valore può variare da FR=1 (minimo valore di riduzione) a FR=0,2 (massimo valore di riduzione). La proposta è quella di non andare oltre lo 0.2 in quanto si parte dal presupposto che il rischio residuo, non possa mai, per un principio di prudenza, scendere al di sotto del 80% del rischio calcolato nella fase iniziale.

Il risultato finale sarà quindi una matrice del rischio che si basa su 4 variabili: P, D, T, FR.

La formula Rs (Rischio residuo) = R=PxDxTxFR rappresenterà il rischio residuo che dovrebbe essere, se possibile al di sotto del rischio accettabile Ra.

Vediamo una delle matrici viste in precedenza (il caso peggiore) come si trasforma nel caso in cui FR sia 0.2 (situazione ottimale dal punto di vista della prevenzione, protezioni, competenze e misure organizzative adottate.

Come si vede dai colori, il rischio calcolato inziale si è ridotto in modo notevole grazie ad adeguate misure di protezione, prevenzione, competenze del personale e organizzazione che adotta procedure specifiche. Ciò che deve far riflette è che il rischio esiste sempre. La cella rossa potrebbe significare, ad esempio che nonostante tutte le accortezze adottate o adottabili, se incontriamo una vipera e il morso riguarda una persona in condizioni debilitanti o bambino, il rischio rimane altissimo.

La metodologia della matrice a 4 variabili, si adatta a qualsiasi “servizio di avventura” potrebbe inoltre essere applicata in qualsiasi situazione che vede il coinvolgimento fisico di partecipanti, compreso le classiche offerte turistiche e culturali (es visita di un museo o di una località turistica).

Così come nella matrice classica R=PxD, la valutazione numerica (il cui valore finale dipenderà dalle correzioni dei fattori T e FR) e cromatica del rischio permette di identificare una scala di priorità degli interventi che l’organizzatore della escursione (o il leader) dovrà attivare al fine di ridurre i rischi durante il percorso escursionistico.

In conclusione possiamo quindi affermare che in ambito escursionistico può quindi essere calcolato in base alla valutazione delle seguenti variabili:

  • Probabilità: la frequenza con cui un determinato evento si può verificare. Intesa come la probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (Es: contatti con animali, insetti, flora, situazioni ambientali estreme, ecc);
  • Dannomagnitudo delle conseguenze; entità del danno che subisce il partecipante o i componenti del team escursionistico. (fratture, distorsioni, shock anafilattico, infarto, malori in genere, ecc)
  • Tipologia Partecipanti: la tipologia di partecipanti (anziani, bambini, persone debilitate, persone con allergie particolari, persone non adeguatamente preparate o attrezzate, ecc)
  • Fattore riduttivo del rischio FR: a sua volta basato sulla valutazione dei seguenti parametri:
  • Prevenzione: Presenza di misure di prevenzione
  • Protezione: Presenza di misure di protezione
  • Competenze: Personale preparato e adeguatamente formato per l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione
  • Organizzazione: Presenza di una organizzazione in grado di gestire un Sistema di Gestione della Sicurezza, che individua in modo formale ruoli, compiti e responsabilità per la Gestione della Sicurezza. (Es: Presenza di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi della norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti)

Nota: Il rischio globale da considerare per una escursione non dovrebbe essere una media dei singoli rischi ma dovrebbe essere quello più alto rilevato tra tutti i tipi di rischio valutati.

Ignazio Caloggero

Formazione in Evidenza
Corsi Base 

Corsi tematici sulla Progettazione delle Esperienze

Nessun articolo trovato.

Corsi con Attestazione Professionalizzante ai sensi della Legge 4/2013

L'articolo Valutazione del Rischio in ambito escursionistico proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
Repertorio delle Attività Esperienziali  https://www.itinerariesperienziali.it/repertorio-delle-attivita-esperienziali/ Fri, 11 Oct 2024 07:05:40 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100003543 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo Repertorio delle Attività Esperienziali  proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

Repertorio delle Attività Esperienziali (Ver. 2.4)

a cura di Ignazio Caloggero

Definite le basi concettuali del turismo esperienziale e individuati i principi fondamentali dell’esperienza  è utile identificare le tipologie di attività a cui applicare tali principi, delineando così l’ambito delle offerte esperienziali. 

Nasce quindi il “Repertorio delle Attività Esperienziali”, una classificazione che potrà evolversi nel tempo con l’aggiunta di nuove categorie o sottocategorie, o con la ricollocazione di alcune attività. Al momento, la versione attuale è la 2.4.

Può essere utile la preventiva lettura dell’articolo: Turismo Esperienziale: Realtà o etichetta di comodo? 

Repertorio delle Attività Esperienziali (Rev 2.4):

  • Dinner Experience (DIE): Esperienze enogastronomiche
    1. Show Cooking Experience
    2. Sensorial Dinner Experience
    3. Immersive Dinner Experience (*)
    4. Location Dinner Experience
    5. Narrative Dinner Experience
    6. Dinner Show Experience
    7. Art Dinner Experience
    8. School Dinner Experience
    9. Sustainable Dinner Experience (*)
    10. Wellness Dinner Experience (*)
  • Guest Experience (GUE): Esperienze legate al settore della ricettività
    1. Sensorial Guest Experience
    2. Narrative Guest Experience
    3. Location Guest Experience
      • Seaside Village Experience
      • Farmhouse Experience
      • Glamping Experience
    4. Integrative Guest Experience
  •  Outdoor Exploration Experience (Escursioni Esperienziali) (OEE) (***)
    1. Trekkig and Hiking Experience
    2. Bike Experience
    3. Diving Experience
    4. Speleology and Caving Experience
    5. River Experience
    6. Horse and Donkey Experience
    7. Nordic Walking Experience (*)
    8. Safari Experience (*)
    9. Forest Bathing Experience (*)
    10. Wildlife Tracking Experience (*)
    11. Glacier Exploration Experience (*)
    12. Desert Exploration Experience (*)
    13. Archaeological Exploration Experience (*)
    14. Off Road Experience (*)
    15. Climbing Experience (*)
  • Open Air Experience (OAE): Esperienze a stretto contatto con la natura o all’aperto, conosciuto anche con il termine Outdoor Experience (ad esclusione delle OEE) (***) 
    • Animal Experience
    • Marine Life Experience
    • Flight Experience
    • Fishing Tourism Experience (Pescaturismo)
  • Event Experience (EVE) .
    1. Cultural Event Esperience  (*)
    2. Entertainment and Show Experience  (**)
    3. Educational Event Experience  (*)
    4. Commercial and Corporate Event Experience (*)
    5. Private and Social Event Experience (*)
    6. Integrative Event Experience  
  • Cultural Heritage Experience (CHE) Esperienze orientate all’apprendimento e alla valorizzazione del patrimonio culturale, con un approccio educativo e interpretativo.
    1. Food and Wine Experience
    2. Heritage Sides Experience
    3. Intangible Cultural Heritage Experience
    4. Cultural Expositive Experience
      • Museum/Ecomuseum Experience
      • Art Experience
    5. Cultural Entertainment Experience
    6. Cultural Learning Experience
    7. Heritage Interpretation Experience
    8. Roots Tourism Experience (Esperienze di Turismo delle Radici)
  • Wellness Experience (WLE): Esperienze legate al Benessere psico fisico. 
    1. Spa and Thermal Experience
    2. MindFullness Experience
    3. Physical Activities Experience
    4. Nutrition Experience
    5. Wellness Retreats Experience
    6. Holistic Programs Experience
  • Experiential Marketing (EMA): Esperienze prevalentemente a carattere commerciale offerte da Negozi, Shop Center, 
  • Travel Experience (TRE: La Travel Experience comprende pacchetti turistici integrati, come crociere, offerte all-inclusive e altre tipologie di viaggi organizzati, che offrono una molteplicità di esperienze appartenenti a una o più delle altre categorie esperienziali (Cultural Heritage Experience, Guest Experience, Event Experience, ecc.). (****)
    1. Cruise Experience 
    2. Cultural Travel Experience
    3. Adventure Travel Experience
    4. Wellness Travel Experience
    5. Food & Wine Travel Experience
    6. Business Travel Experience
    7. Luxury Travel Experience
    8. Spiritual Travel Experience
    9. Sports Travel Experience
    10. Music Travel Experience (Gig Tripping)
    11. Film Travel Experience
    12. Family Travel Experience
    13. Eco-Travel Experience
    14. Educational Travel Experience
    15. Shopping Travel Experience
    16. Winter Travel Experience

(*) Nuove categorie inserite nelle versioni 2.x

(**) Dalla versione 2.0 le categorie Event Experience ed Entertainment and Show Experience sono state unificate, con quest’ultima che è diventata una sottocategoria della prima ed è stata eliminata la Sport Experience.

(***) La Outdoor Exploration Experience (Escursioni Esperienziali) (OEE) rientrerebbe, dal punto di vista operativo nella Open Air Experience (OAE), tuttavia, per motivi di semplificazione, a partire dalla versione 2.4 è vista come categoria a parte. 

(****) Come si può notare, molte Travel Experience sono strettamente connesse ad altre tipologie di esperienze, come la Wellness Experience, la Dinner Experience, e altre ancora. Inserendo queste tipologie all’interno delle Travel Experience, si è voluto enfatizzare l’approccio legato ai pacchetti turistici integrati, tipico di questo settore. Questi pacchetti, infatti, offrono una combinazione di esperienze diverse in un unico itinerario strutturato, creando un percorso completo che valorizza l’integrazione tra attività di vario genere e la coerenza dell’esperienza di viaggio complessiva.

La classificazione delle attività esperienziali non va vista in senso stretto in quanto un tipo di esperienza può rientrare in più di una categoria. Ad esempio,  sono da considerarsi Open Air Experiences anche le Glamping Experiences ed in alcuni casi le Farmhouse Experiences che nell’attuale revisione del repertorio delle attività esperienziali, per motivi pratici e per risaltare l’aspetto legato alla ospitalità,  sono stati inseriti all’interno della categoria Guest Experience. L’Open Air Experience ha comunque stretti contatti con molte altre esperienze in campo aperto inserite in altre categorie (Dinner Experiences, Guest Experiences, Entertainment Experience, Cultural Heritage Experiences, Wellness Experiences, ecc.)

In molti casi, il rapporto tra le diverse tipologie di esperienze è molto stretto, come nel caso delle Cultural Event Experiences e delle Cultural Heritage Experiences. Un’iniziativa può essere collocata nella categoria Cultural Event Experiences se l’obiettivo principale è divertire e offrire un’esperienza ludica utilizzando elementi culturali come sfondo o tema, mentre può essere inserita nella Cultural Heritage Experiences se l’obiettivo è educare, informare e promuovere la comprensione profonda del patrimonio culturale.

Esempi

  • Esempio 1: Un festival che combina spettacoli musicali (ludico) con workshop sulla storia della musica locale (educativo). Se l’enfasi è sul divertimento, potrebbe essere classificato come Cultural Event Experience; se l’enfasi è sull’apprendimento, allora come Cultural Heritage Experience.

  • Esempio 2: Una rievocazione storica con spettacoli interattivi. Se lo scopo è far divertire il pubblico attraverso rappresentazioni storiche, potrebbe rientrare nella Cultural Event Experience. Se invece mira a educare il pubblico sulla storia attraverso l’interazione diretta e l’approfondimento dei fatti storici, allora può essere classificata come Cultural Heritage Experience.

La classificazione è uno strumento per organizzare e comprendere meglio le offerte disponibili e non deve limitare la creatività o la complessità delle esperienze proposte. L’importante è che la classificazione rifletta il valore e l’approccio principale dell’esperienza, facilitando la scelta e l’accesso da parte del pubblico interessato.

Qualche informazione in più su alcune delle tipologie di esperienze.  

Schede sulle Attività Esperienziali (Repertorio Attività Esperienziali) 

Comunicato: Le schede sono in fase di rivisitazione al fine di adattarle alle versioni 2.x del Repertorio.

Si rimanda per approfondimenti al libro: Ignazio Caloggero – Turismo e Marketing Esperienziale: Principi, Casi di Studio, Marchio di Qualità Esperienziale, Competenze e Profili Professionali

In Evidenza

L'articolo Repertorio delle Attività Esperienziali  proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
Atlante degli Itinerari Culturali d’Europa https://www.itinerariesperienziali.it/progetto-atlante-degli-itinerari-culturali-deuropa/ Wed, 22 May 2024 11:29:32 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100007828 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo Atlante degli Itinerari Culturali d’Europa proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

 Atlante degli Itinerari Culturali d’Europa

 AREA IN FASE DI ELABORAZIONE

L’Atlante è composto da due banche dati multimediali integrate:

  • Atlante dei Cammini: percorsi fisicamente percorribili.
  • Atlante delle Vie e delle Rotte Culturali: percorsi prevalentemente tematici.

Il progetto prevede inoltre l’associazione di carte multimediali interattive tematiche, tra cui cammini a piedi, ippovie, asinovie, ciclovie e cammini fluviali. Le carte tematiche saranno inoltre suddivise in carte regionali al fine di evidenziare arre specifiche. La prima ad essere implementata è l’area regionale della Sicilia. 

Attualmente, l’archivio possiede caratteristiche tipiche del Web 3.0: è multimediale, geolocalizzato (GeoWeb), integrato con i social media (SocialWeb), multitematico e multiterritoriale, ed è dotato di funzionalità di ricerca avanzata e WikiWeb.

Inoltre, l’Atlante degli Itinerari Culturali si interfaccia con l’archivio ACTASP (Archivio delle Competenze del Turismo, delle Arti, dello Spettacolo e del Patrimonio Culturale), permettendo di identificare sia i professionisti che altri stakeholder che possono essere collegati, direttamente o indirettamente, ai vari cammini o itinerari catalogati. Per le attività a carattere esperienziale, sarà possibile individuare le offerte esperienziali e gli operatori turistici capaci di fornire tali attività.

Nelle schede catalogate sarà visibile inoltre, un tracciato dettagliato del cammino, rappresentato su una mappa interattiva, e includerà anche informazioni sui principali punti di interesse (POI) storici, artistici, religiosi, culturali, paesaggistici e naturalistici.

In futuro si prevede di trasformare l’Atlante da archivio 3.0 a Archivio Semantico (4.0), integrandolo con l’intelligenza artificiale semantica. Questo miglioramento consentirà una ricerca più efficace delle informazioni e la generazione automatica di risposte mirate. L’Archivio semantico sarà interrogabile tramite testo e voce, superando i limiti dei metadati attuali come categorie e hashtag.

Per ogni cammino catalogato, il progetto prevede diverse fasi. Inizialmente, il tracciato viene inserito nelle mappe interattive dei cammini. Successivamente, viene creata una scheda informativa per l’archivio multimediale e vengono inseriti nel tracciato stesso i punti di interesse (POI). Pertanto, nelle fasi iniziali del progetto, le carte tematiche interattive potrebbero non includere ancora il link alla scheda dell’archivio multimediale né una adeguata segnalazione dei Punti di Interesse (POI).

In Evidenza
Formazione gratuita 

Professionisti Turismo dei Cammini 

Corsi Professionalizzanti ai sensi della Legge 4/2013

L'articolo Atlante degli Itinerari Culturali d’Europa proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
Dai Cammini all’Atlante degli Itinerari Culturali Europei https://www.itinerariesperienziali.it/dai-cammini-allatlante-degli-itinerari-culturali-europei/ Mon, 13 May 2024 11:20:07 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100007721 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo Dai Cammini all’Atlante degli Itinerari Culturali Europei proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

Dai Cammini all’Atlante degli Itinerari Culturali Europei

Di Ignazio Caloggero

Premessa

L’articolo esamina l’implicazione e l’evoluzione della legislazione italiana in materia di itinerari culturali, con un focus particolare sul disegno di legge S.562, approvato dal Senato il 26 marzo 2024. Questa legge rappresenta un punto di svolta per la promozione e la valorizzazione dei cammini italiani, riconoscendone il valore nel permettere la fruizione del patrimonio naturale e culturale. In quest’articolo propongo una nuova definizione formale di “cammino”, integrata nel contesto più ampio degli Itinerari Culturali, e presento l’Atlante degli Itinerari Culturali Europei. Quest’ultimo, di cui l’Archivio dei Cammini d’Italia costituisce una parte integrante, serve come una risorsa essenziale per navigare e comprendere la diversità degli itinerari culturali europei. L’articolo dettaglia inoltre diverse tipologie di itinerari e le tematiche prevalenti, offrendo uno sguardo approfondito sulla stratificazione e l’interconnessione dei diversi itinerari culturali catalogato.

Cammini d’Italia

Il 26 marzo 2024, il Senato ha approvato, all’unanimità,  il disegno di Legge S. 562 “Disposizioni per la promozione e la valorizzazione dei cammini d’Italia”, il 27 marzo il disegno di legge è stato trasmesso, dal Presidente del Senato, alla Camera dei Deputato trasformandosi nella Proposta di Legge n. 1805 e il 4 aprile 2024 il dispositivo è stato assegnato  alle Commissioni riunite X Attività produttive e VII Cultura. 

Il DDL S.562 segue una serie di iniziative precedenti, tra cui l’Anno Nazionale dei Cammini del 2016 indetto dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo che prevedeva l’istituzione dell’Atlante Digitale dei Cammini Italiani, mai pubblicato online ed il Catalogo dei Cammini Religiosi istituito dal Ministero del Turismo, pubblicato online ed attualmente aggiornato al 2023.

Sul Catalogo dei Cammini Religiosi, istituito dal Ministero del Turismo, si dovrebbe probabilmente effettuare una valutazione e, a mio avviso, una “validazione” per identificare quali percorsi, sulla base di un’accurata bibliografia e cartografia, possano essere considerati anche “cammini storici”. Questo non solo rafforzerebbe il significato di “cammino religioso”, ma conferirebbe anche maggiore autorevolezza a tali itinerari.

Ciò non toglie che i cammini attualmente realizzati non abbiano comunque una rilevante valenza culturale e turistica. Essi favoriscono la creazione di itinerari culturali ed esperienziali che contribuiscono alla promozione del patrimonio culturale esistente lungo tali percorsi. Per questi motivi, ho deciso di includere alcuni percorsi del Catalogo dei Cammini Religiosi nell’Atlante degli Itinerari d’Europa, da me progettato e attualmente in fase di realizzazione. La “validazione storica” di questi percorsi sarà affrontata in una fase successiva.”

Alcune definizioni

Il Disegno di Legge S.562  approvato il 26 marzo 2024 definisce i cammini come:

“Itinerari di rilievo europeo, nazionale o regionale, percorribili a piedi o con altre forme di mobilità dolce e sostenibile, senza l’ausilio di mezzi a motore, articolati in tappe giornaliere, che rappresentano una modalità di fruizione del patrimonio naturale e culturale diffuso, di valorizzazione degli attrattori culturali, storici, artistici, religiosi, linguistici, paesaggi stici, enogastronomici e sportivi nonché di sviluppo turistico dei territori interessati.”

Volendo fornire una definizione che sia indipendente dal contesto territoriale, proporrei una definizione che parte dal concetto più ampio di Itinerari Culturali:

Itinerari Culturali

Gli itinerari culturali sono piani di viaggio che delineano percorsi specifici per raggiungere una destinazione o per esplorare una serie di luoghi legati da un tema comune. Questi itinerari possono consistere in percorsi fisicamente percorribili, come nel caso dei Cammini, oppure in percorsi tematici che aggregano elementi di interesse storico o culturale, come nel caso di alcune Vie e Rotte.

Cammini

Percorsi o itinerari, generalmente segnalati e strutturati, percorribili a piedi o mediante altre forme di mobilità dolce e sostenibile, senza l’ausilio di mezzi a motore. Questi cammini offrono una modalità di fruizione del patrimonio naturale e culturale e possono rivestire significati storici, artistici, religiosi, culturali, paesaggistici o naturalistici. Sono spesso concepiti per promuovere un’esperienza di viaggio lento e sostenibile, permettendo ai viaggiatori di immergersi completamente nell’ambiente che li circonda.

Tutti i cammini promuovono concetti come l’esperienzialità e la lentezza, elementi fondamentali del Turismo Esperienziale e del Slow Tourism.

Esempi di cammini:

    • Cammini di Santiago di Compostela
    • Via Francigena

Vie

Le vie sono percorsi che spesso rivestono una significativa importanza storica, culturale o commerciale. Questi percorsi tendono a collegare luoghi di particolare interesse storico, commerciale o culturale e possono essere percorribili sia a piedi sia con altri mezzi di trasporto.

    • Via europea del Megalitico

Rotte

Le rotte si riferiscono a percorsi definiti utilizzati per viaggi o trasporti, spesso associati a contesti marittimi, aerei o terrestri. Nel contesto turistico, una rotta, così come una via, può essere un insieme coordinato di destinazioni o attrazioni che condividono una tematica comune. Questo tipo di rotta collega luoghi con caratteristiche simili per promuovere il turismo tematico e culturale. Le rotte sono spesso usate per guidare i viaggiatori attraverso esperienze collegate culturalmente o storicamente, offrendo una prospettiva coerente su un particolare aspetto o tema.

    • La Rotta europea delle città termali storiche
    • Rotte dei Vichinghi
    • Rotte dell’Olivo

Atlante degli Itinerari Culturali Europei

L’Atlante è sostanzialmente un archivio multimediale web 3.0, possiede caratteristiche tipiche del Web 3.0: è multimediale, geolocalizzato (GeoWeb), integrato con i social media (SocialWeb), multi-tematico e multi-territoriale, dotato di funzionalità di ricerca avanzata e WikiWeb.

A regime l’Atlante sarà integrato con altre Banche dati tematiche legate ai diversi stakeholder compresi professionisti e organizzazioni che offrono servizi di supporto lungo gli itinerari.

In un futuro prossimo, prevedo di trasformare l’Atlante da Archivio 3.0 ad Archivio Semantico (4.0), integrandolo con l’intelligenza artificiale semantica. Questo miglioramento consentirà una ricerca più efficace delle informazioni e la generazione automatica di risposte mirate. L’Archivio semantico sarà interrogabile tramite testo e voce, superando i limiti dei metadati attuali come categorie e hashtag.

L’Atlante è nella sua prima fase di implementazione, pertanto potrà subire diverse modifiche concettuali anche alla luce dei contributi provenienti dagli stessi stakeholder, di seguito la classificazione utilizzata per realizzare le singole schede.

Classificazione in base alla tipologia del percorso

    • Cammini: Percorsi fisicamente percorribili
    • Vie e Rotte Culturali: Percorsi prevalentemente tematici

Alcuni itinerari, pur essendo chiamati “vie” sono da intendersi, nei fatti dei cammini è il caso, ad esempio,  della Via Francigena.

I Cammini a loro volta possono essere suddivisi in :

    • Cammini a piedi (Walking Paths)
    • Equivia (Horseback Riding Trails)
    • Asinovia (Donkey Trails)
    • Ciclovia (Bike Paths)
    • Cammini acquatici (Water Trails)
    • Cammini combinati (Multi-modal Trails)

Classificazione in base al tema prevalente

    • Religioso
    • Storico
    • Culturale
    • Enogastronomico
    • Naturalistico
    • Paesaggistico
    • Fluviale
    • Avventura
    • Wellness
    • Letterario
    • Filmico/Televisivo
    • Artistico
    • Archeologico
    • Scientifico

Alcuni chiarimenti sui singoli temi:

  • Religioso Gli itinerari religiosi includono percorsi intrapresi per motivi di fede o pellegrinaggio verso luoghi sacri e strutture di culto significative.
    • Il Cammino di Santiago
    • La Via Francigena
  • Storico Questi itinerari collegano siti storici come antiche vie commerciali o militari, monumenti, musei e città storiche. Possono focalizzarsi su specifici periodi storici o eventi significativi che hanno modellato regioni o culture.
    • La Rotta dei Castelli della Loira
    • Il Circuito dei Campi di Battaglia della Normandia
  • Culturale Gli itinerari culturali offrono una visione approfondita delle pratiche, delle arti, delle musiche, delle danze e delle tradizioni di una comunità o di un paese. Possono includere visite a teatri, spettacoli dal vivo, e laboratori artigianali.
    • Il Giro dei Festival di Kyoto
    • Tour delle Tribù Indigene dell’Amazzonia
  • Enogastronomico Itinerari focalizzati sulla scoperta delle tradizioni culinarie locali e della produzione di vino e altre bevande, spesso attraversando regioni note per la loro eccellenza gastronomica. Possono includere visite a fattorie didattiche, vigneti, birrifici, mercati locali, e ristoranti che offrono piatti autentici.
    • La Strada del Vino in Alsazia
    • Il Tour del Prosciutto di Parma e del Parmigiano Reggiano
  • Naturalistico Gli itinerari naturalistici si concentrano sulla flora, sulla fauna e sugli ecosistemi di un territorio. Possono includere attività come birdwatching, escursioni e safari fotografici.
    • Il Parco Nazionale di Yellowstone, USA
    • Il Safari nel Serengeti, Tanzania
  • Paesaggistico Simili agli itinerari naturalistici, ma con un focus più ampio sui panorami e sulle bellezze naturali come montagne, laghi, e coste. Questi percorsi sono ideali per la ricerca di panorami e luoghi ideali per il relax e la fotografia.
    • La Grande Strada Oceanica, Australia
    • Il Tour dei Fiordi Norvegesi
  • Fluviale: Le vie fluviali spesso includono elementi di viaggio paesaggistico, culturale e storico, ma sono caratterizzate dalle modalità di interazione dei viaggiatori con l’ambiente fluviale. Itinerari come crociere sui fiumi, tour in kayak o esplorazioni in barca a motore lungo grandi fiumi come il Nilo, l’Amazzonia o il Danubio potrebbero rientrare in questa categoria.
  • Avventura Questi itinerari sono progettati per chi cerca emozioni forti e attività tipiche del turismo d’avventura come trekking, rafting, scalata, e mountain biking. Sono spesso situati in aree remote o tecnicamente impegnative.
    • Il Trekking dell’Everest Base Camp, Nepal
    • Rafting sul Fiume Colorado nel Grand Canyon
  • Wellness Gli itinerari wellness si focalizzano sul benessere fisico e mentale, spesso attraverso ritiri che offrono yoga, meditazione, trattamenti spa e terapie olistiche in ambienti tranquilli e rilassanti.
    • Retreat di Yoga a Bali, Indonesia
    • Le Terme di Reykjavik, Islanda
  • Letterario Percorsi che esplorano la vita e le opere di scrittori famosi, o che sono stati ispirati da specifici libri o generi letterari. Possono includere visite a case di scrittori, luoghi descritti nei loro lavori, o festival letterari.
    • Il Tour di James Joyce a Dublino
    • Percorsi di Dostoevskij a San Pietroburgo
  • Filmico/Televisivo Percorsi che si focalizzano su luoghi significativi per il cinema e le serie televisive.
    • Percorso del Signore degli Anelli (Nuova Zelanda)
    • Tour di “Game of Thrones”(Irlanda del Nord e Croazia).
    • Tour delle location di “Twin Peaks” (Washington)
  • Artistico Gli itinerari artistici possono esplorare l’arte in tutte le sue forme, da quella visiva a quella performative. Potrebbero includere gallerie d’arte, studi di artisti, murales in città, festival e performance di strada.
    • Tour di Street Art a Berlino
    • Gli Atelier di Montmartre, Parigi
  • Archeologico Itinerari focalizzati su antichi siti archeologici, fornendo approfondimenti sulle civiltà passate attraverso le loro architetture, utensili, e usanze quotidiane.
    • Le Rovine di Machu Picchu, Perù.
    • Il Tour dei Templi di Angkor Wat, Cambogia
  • Scientifico Percorsi che includono istituti di scienza, osservatori, musei scientifici e siti naturali significativi dal punto di vista geologico o astronomico, rivolti a chi ha interesse per la scienza e la tecnologia.
    • Il Kennedy Space Center, Florida,
    • L’osservatorio di Paranal, Cile

La classificazione degli itinerari è flessibile e non esclusiva, il che significa che un singolo itinerario può effettivamente rientrare in più categorie. Questo approccio è utile perché molti cammini offrono un’esperienza ricca e trasversale che può abbracciare aspetti storici, culturali, religiosi e naturalistici allo stesso tempo.

Ad esempio, un itinerario può essere principalmente classificato come religioso se il suo scopo principale è il pellegrinaggio, ma può anche offrire significative esperienze culturali e paesaggistiche lungo il percorso. Inoltre, un itinerario enogastronomico può coincidere con un’area di notevole interesse storico o naturalistico, arricchendo così l’esperienza del viaggiatore su più livelli.

Un Itinerario fluviale può rientrare in altre categorie a seconda degli elementi predominanti dell’esperienza. Ad esempio, può essere classificata come itinerario:

  • Paesaggistico: Molte vie fluviali offrono scenari mozzafiato e permettono l’accesso a paesaggi naturali inaccessibili via terra, rendendo questi itinerari particolarmente apprezzati dagli amanti della natura.
  • Culturale e Storico: Fiumi come il Reno o il Mekong sono bordati da città storiche, siti archeologici e centri culturali, permettendo agli itinerari fluviali di offrire una ricca immersione in diverse culture e storie regionali.
  • Avventura: Per gli amanti dell’avventura, alcune vie fluviali offrono possibilità di rafting, kayak o altre attività adrenaliniche.

Pertanto, è importante considerare la classificazione come una guida per identificare l’aspetto tematico prevalente, mantenendo al contempo la consapevolezza che gli itinerari  possono offrire un’ampia gamma di attrattive che si sovrappongono tra diverse categorie.

Link alla pagina dell’Atlante degli Itinerari Culturali d’Europa

Formazione in Evidenza
Corsi Base 

Mappa di insieme dei Cammini d’Europa (in fase di realizzazione)

Nota: I tracciati sono ricavati da siti istituzionali o dagli organizzatori a cui bisogna fare sempre riferimento. Per i tracciati aggiornati, con le informazioni sulla reale percorribilità ed eventuali rischi presenti sul percorso è necessario fare sempre riferimento al sito istituzionale o  agli organizzatori del cammino. Si declina, quindi, ogni responsabilità per eventuali problemi o danni causati da errori, omissioni o interpretazioni derivanti dall’utilizzo delle informazioni che sono da intendersi a solo titolo di prima informazione, facendo sempre fede le informazioni ricavate dai siti e dagli organi istituzionali.

Per una visione più chiara e leggibile dei cammini si rimanda alle schede dei singoli cammini stessi

Ignazio Caloggero

Presidente AIPTOC – Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali.

L'articolo Dai Cammini all’Atlante degli Itinerari Culturali Europei proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
Turismo Esperienziale: Realtà o etichetta di comodo?  https://www.itinerariesperienziali.it/per-una-nuova-definizione-di-esperienza-i-dieci-principi-dei-percorsi-esperienziali/ Fri, 22 Sep 2023 08:46:57 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100000761 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo Turismo Esperienziale: Realtà o etichetta di comodo?  proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

Turismo Esperienziale: Realtà o etichetta di comodo? 

di Ignazio Caloggero

L’origine della saggezza è la definizione dei termini
(Socrate)

Premessa: Attenzione alle facili etichette

Una frase attribuita a Benedetto Croce è la seguente: “L’arte è ciò che tutti sanno cosa sia”, parafrasando Croce potremmo affermare che “Il Turismo Esperienziale è ciò che tutti sanno cosa sia” ma una definizione omnicomprensiva lascia spazio a tutte le interpretazioni, anche di comodo, che permetterebbero di utilizzare il termine “Turismo Esperienziale” come una semplice etichetta da appiccicare al bisogno, magari per giustificare i prezzi delle proprie offerte. 

Alla luce quindi, della diffusione, spesso incontrollata e senza regola del fenomeno che vede in primo piano le “offerte turistiche”, è utile individuare gli elementi che distinguono una reale offerta esperienziale da una semplice offerta turistica che di esperienziale porta solo l’etichetta. Ciò è importante non solo per il turista che deve scegliere tra le innumerevoli offerte presenti, ma anche per gli operatori turistici che intendono offrire un turismo esperienziale reale e di qualità; ecco quindi che si rende necessario dare una risposta non ambigua alle seguenti domande:

  1. Che cos’è il Turismo Esperienziale? (Definizioni)
  2. Quali sono le caratteristiche che individuano l’offerta esperienziale? (I 10 Principi)
  3. A quali tipologie di attività si possono applicare i principi esperienziali? (Repertorio delle attività esperienziali) 
  4. Quali sono le competenze professionali necessarie? (Competenze esperienziali)
  5. Come valutare la qualità delle offerte esperienziali? (Marchio di Qualità Esperienziale)

In questo articolo proverò a rispondere alle prime tre domande rimandando ad altri articoli per le ultime due. 

1. Che cos’è Il Turismo Esperienziale

Da alcuni anni si sta affermando quello che viene chiamato “Turismo Esperienziale”.  Anche il Piano Strategico del Turismo (PST) 2023-2027 ne prende atto, introducendo, all’interno del comparto del turismo culturale, uno specifico capitolo che riguarda il turismo esperienziale. Il Concetto di Offerta Esperienziale interessa non solo il comparto del Turismo Culturale o quello di alta gamma ma, ad esclusione del comparto dei trasporti, riguarda in modo trasversale tutti gli altri comparti dove vengono proposte offerte turistiche nelle sue diverse declinazioni possibili.

Si assiste ad una evoluzione culturale di ciò che concerne la fruizione turistica. Si passa da un pacchetto turistico dove il turista ha un ruolo da spettatore (passivo), ad una offerta turistica dove il turista diventa attore (attivo) principale della stessa offerta. Nelle nuove forme di turismo, il pacchetto turistico, inteso a volte come insieme di servizi turistici (accoglienza, ricettività, ristorazione, intrattenimento, trasporto, ecc.), è in sostanza costituito dalle stesse emozioni vissute dal cliente. L’offerta turistica tende a trasformarsi sempre di più in una reale esperienza di vita (ed educativa), in grado di coinvolgere emotivamente, intellettualmente e fisicamente l’ospite.  In sostanza, la richiesta turistica si sposta dal classico “cosa mi offri” a “cosa mi fai sentire”.

Potremmo affermare, in linea di massima, che ogni offerta turistica di per sé è in grado di far provare emozioni e farci apprendere qualcosa: per cui potremmo classificare tutte le offerte turistiche come “offerte esperienziali”, in quanto capaci di coinvolgerci a livello emotivo, fisico e intellettuale o farci apprendere qualcosa (non necessariamente in termini positivi) ma sarebbe solo un modo di accomunare esperienze, che spesso tra di loro hanno poco in comune.  

La bibliografia di settore non fornisce una definizione formale è univoca di turismo esperienziale, proverò a fornirne una, partendo da alcuni concetti base.

Esperienzeeventi memorabili che coinvolgono gli individui sul piano personale [Pine e Gilmore – 1999].

“Quanto più efficacemente un’esperienza coinvolge i sensi, tanto più sarà memorabile” [Pine e Gilmore – 1999].

Esperienze multisensoriali: Esperienze che vedono un coinvolgimento polisensoriale (coinvolgimento di più sensi tra: vista, udito, tatto, olfatto, gusto) 

Esperienza Culturale: Esperienza multisensoriale che permette di approfondire la conoscenza di elementi di identità locali” (Ignazio Caloggero – 2019)

Offerta Esperienziale: quando l’esperienza costituisce l’oggetto primario dell’offerta.

Turismo Esperienziale: quando l’offerta turistica comprende una o più offerte esperienziali.

Ma è su alcuni principi che vedremo tra poco, che si trova la vera base terminologica e su cui si basa il fenomeno del turismo esperienziale.

In alcuni casi assistiamo ad esperienze che, pur nascendo come strumento accessorio per la vendita di beni servizi (Marketing Esperienziale) assumono un richiamo turistico proprio per la loro valenza emozionale.

Un punto da cui partire è quello di individuare le diverse tipologie di attività esperienziali, a tal proposito viene in aiuto il Repertorio delle Attività Esperienziale. 

  •  

2. Quali sono le caratteristiche che individuano l’offerta esperienziale (I 10 Principi)

Un percorso esperienziale  dovrebbe rispettare una serie di principi che lo caratterizzano, eccoli:

    1. Multisensorialità: Il percorso esperienziale deve prevedere attività di tipo multisensoriale (coinvolgimento dei sensi: vista, udito, tatto, olfatto e laddove possibile, gusto)
    2. Approccio Culturale (Identità locali): Il percorso esperienziale deve permettere di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale
    3. Unicità: il percorso esperienziale deve presentare caratteristiche di unicità
    4. Approccio relazionale (centralità e unicità delle persone): il percorso esperienziale deve essere basato sulle relazioni umane
    5. Partecipazione diretta: il percorso esperienziale deve prevedere la partecipazione diretta dell’ospite ad alcune attività
    6. Apprendimento esperienziale: il percorso esperienziale deve prevedere una fase di apprendimento attraverso la partecipazione diretta dell’ospite ad alcune attività
    7. Approccio tematico: ogni percorso dovrà essere costruito a partire da un tema che lo caratterizza e che ne costituisce il filo conduttore
    8. Approccio estetico: l’approccio estetico, è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono “la messa in scena dell’esperienza” devono essere progettati in modo da dare importanza a tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo scelto per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il tema scelto ed il luogo individuato.
    9. Intrattenimento: il percorso esperienziale dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e rendono piacevole l’esperienza.
    10. Immersione: Il principio di immersione è in realtà, la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di multisensorialità, partecipazione diretta e approccio estetico. Tecniche immersive possono essere implementate al fine di creare un ambiente scenico che vede i partecipanti immersi in un contesto multisensoriale.

I livelli di Esperienza sono legati al livello di applicazione di tali principi.

Esperienze (a carattere prevalentemente commerciale) 

  • Esperienza (Primo Livello): Esperienza multisensoriale, che presenta caratteristiche di unicità” (principi 1, 3)
  • Esperienza Autentica (Secondo Livello): “Esperienza multisensoriale, unica, basata sulle relazioni umane, che prevedono la partecipazione diretta degli ospiti, e basata su un approccio tematico” (principi 1, 3, 4, 5, 7)
  • Esperienza Piena (Terzo Livello): “Esperienza multisensoriale, unica, tematica e immersiva, basata sulle relazioni umane, che prevede la partecipazione diretta degli ospiti nelle attività che costituiscono l’esperienza stessa” (principi 1, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10)

Esperienze Culturali

  • Esperienza Culturale (Primo Livello): “Esperienza multisensoriale che permette di approfondire la conoscenza di elementi di identità locali” (principi 1, 2, 3)
  • Esperienza Culturale Autentica (Secondo Livello): Esperienza multisensoriale, unica, basata sulle relazioni umane, che permette la comprensione di elementi di identità locale attraverso la partecipazione diretta nelle attività che costituiscono l’esperienza stessa” (principi 1, 2, 3, 4,5, 6, 7)
  • Esperienza Culturale Piena (Terzo Livello): Esperienza multisensoriale, unica, tematica e immersiva, basata sulle relazioni umane, che permette la comprensione di elementi di identità locale attraverso la partecipazione diretta nelle attività che costituiscono l’esperienza stessa” (principi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 )

 A differenza di quanto da me fatto in passato, ho voluto distinguere le Esperienze a carattere prevalentemente commerciali da quelle prettamente culturali, a seconda o meno del coinvolgimento, nell’offerta, di aspetti riguardanti le identità locali (Patrimonio Culturale). 

3. Quali sono le tipologie di attività esperienziali (Repertorio delle attività esperienziali) 

Elenco non esaustivo di attività esperienziali estratto dal Repertorio delle Attività Esperienziali a cui si rimanda per approfondimento

Repertorio delle Attività Esperienziali (Rev 2.4):

  • Dinner Experience (DIE): Esperienze enogastronomiche
    1. Show Cooking Experience
    2. Sensorial Dinner Experience
    3. Immersive Dinner Experience (*)
    4. Location Dinner Experience
    5. Narrative Dinner Experience
    6. Dinner Show Experience
    7. Art Dinner Experience
    8. School Dinner Experience
    9. Sustainable Dinner Experience (*)
    10. Wellness Dinner Experience (*)
  • Guest Experience (GUE): Esperienze legate al settore della ricettività
    1. Sensorial Guest Experience
    2. Narrative Guest Experience
    3. Location Guest Experience
      • Seaside Village Experience
      • Farmhouse Experience
      • Glamping Experience
    4. Integrative Guest Experience
  •  Outdoor Exploration Experience (Escursioni Esperienziali) (OEE) (***)
    1. Trekkig and Hiking Experience
    2. Bike Experience
    3. Diving Experience
    4. Speleology and Caving Experience
    5. River Experience
    6. Horse and Donkey Experience
    7. Nordic Walking Experience (*)
    8. Safari Experience (*)
    9. Forest Bathing Experience (*)
    10. Wildlife Tracking Experience (*)
    11. Glacier Exploration Experience (*)
    12. Desert Exploration Experience (*)
    13. Archaeological Exploration Experience (*)
    14. Off Road Experience (*)
    15. Climbing Experience (*)
  • Open Air Experience (OAE): Esperienze a stretto contatto con la natura o all’aperto, conosciuto anche con il termine Outdoor Experience (ad esclusione delle OEE) (***) 
    • Animal Experience
    • Marine Life Experience
    • Flight Experience
    • Fishing Tourism Experience (Pescaturismo)
  • Event Experience (EVE) .
    1. Cultural Event Esperience: Eventi progettati per l’intrattenimento del pubblico attraverso attività culturali, con un approccio ludico e ricreativo (*)
    2. Educational Event Experience: Eventi con finalità educative o formative, mirati all’apprendimento e allo sviluppo personale o professionale (*)
    3. Commercial and Corporate Event Experience: Eventi organizzati per scopi commerciali o aziendali, come promuovere prodotti, servizi o favorire il networking professionale (*)
    4. Entertainment and Show Experience: Esperienze focalizzate sull’intrattenimento e lo spettacolo nei diversi settori del turismo e del tempo libero. (**)
    5. Integrative Event Experience: Eventi che combinano elementi di varie categorie e sottocategorie per creare esperienze uniche e multidimensionali. 
  • Cultural Heritage Experience (CHE) Esperienze orientate all’apprendimento e alla valorizzazione del patrimonio culturale, con un approccio educativo e interpretativo.
    1. Food and Wine Experience
    2. Heritage Sides Experience
    3. Intangible Cultural Heritage Experience
    4. Cultural Expositive Experience
      • Museum/Ecomuseum Experience
      • Art Experience
    5. Cultural Entertainment Experience
    6. Cultural Learning Experience
    7. Heritage Interpretation Experience
    8. Roots Tourism Experience (Esperienze di Turismo delle Radici)
  • Wellness Experience (WLE): Esperienze legate al Benessere psico fisico. 
    1. Spa and Thermal Experience
    2. MindFullness Experience
    3. Physical Activities Experience
    4. Nutrition Experience
    5. Wellness Retreats Experience
    6. Holistic Programs Experience
  • Experiential Marketing (EMA): Esperienze prevalentemente a carattere commerciale offerte da Negozi, Shop Center, 
  • Travel Experience (TRE: La Travel Experience comprende pacchetti turistici integrati, come crociere, offerte all-inclusive e altre tipologie di viaggi organizzati, che offrono una molteplicità di esperienze appartenenti a una o più delle altre categorie esperienziali (Cultural Heritage Experience, Guest Experience, Event Experience, ecc.) (*). 
    1. Cruise Travel Experience 
    2. Adventure Travel Experience
    3. Wellness Travel Experience
    4. Business Travel Experience
    5. Luxury Travel Experience
    6. Spiritual Travel Experience
    7. Sports Travel Experience
    8. Music Travel Experience (Gig Tripping)
    9. Film Travel Experience

(*) Nuove categorie inserite nelle versioni 2.x2

(**) Dalla versione 2.0 le categorie Event Experience ed Entertainment and Show Experience sono state unificate, con quest’ultima che è diventata una sottocategoria della prima ed è stata eliminata la Sport Experience.

(***) La Outdoor Exploration Experience (Escursioni Esperienziali) (OEE) rientrerebbe, dal punto di vista operativo nella Open Air Experience (OAE), tuttavia, per motivi di semplificazione, a partire dalla versione 2.4 è vista come categoria a parte. 

La classificazione delle attività esperienziali non va vista in senso stretto in quanto un tipo di esperienza può rientrare in più di una categoria. Ad esempio,  sono da considerarsi Open Air Experiences anche le Glamping Experiences ed in alcuni casi le Farmhouse Experiences che nell’attuale revisione del repertorio delle attività esperienziali, per motivi pratici e per risaltare l’aspetto legato alla ospitalità,  sono stati inseriti all’interno della categoria Guest Experience. L’Open Air Experience ha comunque stretti contatti con molte altre esperienze in campo aperto inserite in altre categorie (Dinner Experiences, Guest Experiences, Entertainment Experience, Cultural Heritage Experiences, Wellness Experiences, ecc.)

In molti casi, il rapporto tra le diverse tipologie di esperienze è molto stretto, come nel caso delle Cultural Event Experiences e delle Cultural Heritage Experiences. Un’iniziativa può essere collocata nella categoria Cultural Event Experiences se l’obiettivo principale è divertire e offrire un’esperienza ludica utilizzando elementi culturali come sfondo o tema, mentre può essere inserita nella Cultural Heritage Experiences se l’obiettivo è educare, informare e promuovere la comprensione profonda del patrimonio culturale.

Esempi

  • Esempio 1: Un festival che combina spettacoli musicali (ludico) con workshop sulla storia della musica locale (educativo). Se l’enfasi è sul divertimento, potrebbe essere classificato come Cultural Event Experience; se l’enfasi è sull’apprendimento, allora come Cultural Heritage Experience.

  • Esempio 2: Una rievocazione storica con spettacoli interattivi. Se lo scopo è far divertire il pubblico attraverso rappresentazioni storiche, potrebbe rientrare nella Cultural Event Experience. Se invece mira a educare il pubblico sulla storia attraverso l’interazione diretta e l’approfondimento dei fatti storici, allora può essere classificata come Cultural Heritage Experience.

La classificazione è uno strumento per organizzare e comprendere meglio le offerte disponibili e non deve limitare la creatività o la complessità delle esperienze proposte. L’importante è che la classificazione rifletta il valore e l’approccio principale dell’esperienza, facilitando la scelta e l’accesso da parte del pubblico interessato.

 

  • Nel proseguo del discorso, verrà usato il termine percorso, preferendolo al termine offerta per sottolineare il fatto che un percorso è un insieme di attività legate tra di loro, che mirano ad uno scopo ben preciso ma che non necessariamente devono configurarsi come una offerta turistica. 

Per approfondire gli argomenti trattati in questo articolo:

Libri:

Corsi online

Per un approfondimento sui singoli principi e la visualizzazione di esempi operativi, si vedano le seguenti schede.

Ignazio Caloggero – Presidente AIPTOC – Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali. Associazione inserita nell’Elenco delle Associazioni Professionali che rilasciano l’Attestato di qualità e di qualificazione professionale dei Servizi, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) – info@aiptoc.it 

Schede di approfondimento sui Principi Esperienziali 

Schede sulle Attività Esperienziali (Repertorio Attività Esperienziali) 

In Primo Piano

Formazione in Evidenza
Corsi Base 

Corsi tematici sulla Progettazione delle Esperienze

Nessun articolo trovato.

Corsi con Attestazione Professionalizzante ai sensi della Legge 4/2013

L'articolo Turismo Esperienziale: Realtà o etichetta di comodo?  proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
1) I “Padri” del concetto di Interpretazione https://www.itinerariesperienziali.it/i-padri-del-concetto-di-interpretazione/ Sat, 28 Jan 2023 16:48:35 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100000812 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo 1) I “Padri” del concetto di Interpretazione proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

Promozione Olistica del Patrimonio Culturale – Parte 1: I “Padri” del concetto di Interpretazione 

di Ignazio Caloggero

Pagina di Riferimento: Interpretazione del Patrimonio Culturale: Da Dove Iniziare

Ero solo uscito a fare due passi, ma alla fine decisi di restare fuori fino al tramonto, perché uscire, come avevo scoperto, in realtà voleva dire entrare”. (John Muir)

Theodore Roosevelt con John Muir – Yosemite Valley, California, ca. 1906.

È negli Stati Uniti, verso la metà del XIX, che nasce quella che è stata chiamata “Interpretazione Ambientale”, grazie alla crescita dell’interesse verso le problematiche di tutela del patrimonio naturalistico che porterà alla nascita del primo parco nazionale del mondo, il Parco nazionale di Yellowstone, istituito dal presidente Ulysses Grant nel 1872. Altri parchi nazionali seguiranno quello di Yellowstone prima della fine del XIX secolo: Parco nazionale di Sequoia (1890), Parco nazionale di Yosemite (1890) e Parco nazionale di Mount Rainier (1899).

La sensibilità verso la tutela del patrimonio naturalistico fu favorita dallo sviluppo di movimenti filosofici e poetici quali quello del Trascendentalismo americano al cui interno erano figure carismatiche come Ralph Waldo Emerson (1803-1882) e il suo amico e discepolo Henry David Thoreau (1817-1862). 

Ed è proprio in questo contesto culturale che iniziarono a diffondersi, nella seconda metà del XIX secolo le prime forme di turismo ambientale grazie al diffondersi delle prime aree naturalistiche protette al mondo tra queste lo Yosemite Park (1864) che successivamente, nel 1890, divenne Parco Nazionale.

Quindi il concetto di Interpretazione nasce in ambito ambientale e solo successivamente tale concetto viene visto in senso ampio individuando come ambito l’intero Patrimonio Culturale.

Tra i principali attori che hanno dato origine al concetto di Interpretazione vanno ricordati: John Muir (1838-1914), Liberty Hyde Bailey (1858-1954), Enos A. Mills (1870-1922) e Charles Matthias Goethe (1875-1966).  Anche se tradizionalmente viene riconosciuto, come padre dell’interpretazione ambientale, almeno per quanto riguarda gli aspetti formali, Freeman Tilden (1883-1980), grazie alla pubblicazione del libro “Interpreting our heritage” avvenuto nel 1957.

Una approfondita descrizione dei contributi che questi attori hanno dato nello sviluppo del concetto di Interpretazione si trova nel libro di Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Un nuovo approccio per l’educazione al patrimonio[1]

Altri autori, negli anni successivi, hanno premesso di approfondire le teorie e le tecniche interpretative contribuendo, grazie anche alla pubblicazione dei loro lavori, alla definizione degli attuali schemi interpretativi: Sam Ham, Larry Beck, Ted T. Cable e John A Veverka.

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014

John Muir (1838 – 1914)

John Muir (1838 – 1914), naturalista e scrittore scozzese naturalizzato statunitense ed uno dei primi conservazionisti moderni. Grande amico del Presidente Theodore Roosevelt, scrisse molti libri sulla natura, soprattutto illustrando la natura selvaggia delle montagne della Sierra Nevada in California, sia di taglio scientifico e che divulgativo. Il suo diretto attivismo aiutò a preservare la Valle dello Yosemite e altre aree selvagge. L’associazione Sierra Club, da lui fondata, fu la prima associazione ambientalista americana. I suoi scritti e la sua filosofia influenzarono fortemente la formazione della moderna scienza ambientale. Fu il promotore del nascente movimento Conservazionista che prese posizioni in merito alla visione etica e filosofica del patrimonio ambientale, visto da alcuni come un patrimonio da preservare incontaminato, e da altri invece come una risorsa da conservare e gestire oculatamente a uso e vantaggio dell’umanità[1].

A Muir viene attribuito, per primo l’uso del termine “interpretazione” per descrivere il lavoro di allestitori, docenti e naturalisti nel suo taccuino usato a Yosemite.

Interpreterò le rocce, imparerò il linguaggio dell’alluvione, della tempesta e della valanga. Conoscerò i ghiacciai e i giardini selvaggi e mi avvicinerò il più possibile al cuore del mondo (John Muir, 1896) [2].

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 41

[2] Foundations of Interpretation Competency Narrative – National Park Service U.S. Department of the Interior – pag. 1

***

Liberty Hyde Bailey (1858-1954)

Liberty Hyde Bailey (1858-1954), orticoltore e botanico statunitense, promotore del Nature Study Movement che proponeva un nuovo ideale educativo basato sulla natura intesa come oggetto di studio, come ambiente di apprendimento e come fonte di una metodologia didattica delle scienze naturali imperniata sull’apprendimento informale ed esperienziale, che sarebbe stata alla basa della futura educazione ambientale.

Liberty Hyde Bailey sosteneva che tra le materie di insegnamento, l’Orticoltura doveva essere privilegiata rispetto ad altre materie, in quanto avrebbe contribuito ad un maggior senso civico oltre ad una conoscenza tecnica delle manifestazioni della natura per poter operare su di essa con intelligenza e rispetto.

Tra i tanti libri da lui scritti va sicuramente ricordato il volume “The Nature study idea: an interpretation of the new school-movement to put the child into relation and sympathy with Nature, pubblicato nel 1909”, dove il secondo capitolo è dedicato alla “poetic interpretation of nature”: qui l’interpretation è intesa come la modalità con cui gli uomini leggono la realtà, guidati dalla propria attitudine soggettiva nei confronti del mondo[1].

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 50

***

Enos Abijah Mills (1870-1922)

Enos Abijah Mills (1870-1922), naturalista, autore e proprietario di una fattoria americana, fu la figura principale dietro la creazione del Rocky Mountain National Park. Mills è autore di numerosi articoli e libri sulla natura e sull’area del Parco di Estes, a partire dal primo decennio del XX secolo. I suoi discorsi si concentravano generalmente sulla vita degli alberi, sulle questioni forestali, sulla conservazione delle terre naturali e sulla vita degli animali selvatici. Spesso nei suoi discorsi e articoli scritti ha incoraggiato persone di tutte le età a uscire e immergersi nella natura.

Fondò la prima scuola di guide naturalistiche dopo aver servito egli stesso come guida ai vari ospiti della sua fattoria. Nella sua scuola applicò una metodologia che faceva leva sulla partecipazione diretta da parte dei discenti e sulla capacità di trasformare i fatti in narrazione, i dati in racconto, sostanzialmente una metodologia poetica e narrativa di interpretazione ambientale e che oggi viene conosciuta come storytelling.

Il suo entusiasmo per la conservazione fiorì durante un’amicizia fortuita. Mentre camminava sulla spiaggia vicino a San Francisco chiese informazioni a un anziano di un pezzo di alga che aveva trovato. Il passante era solo John Muir e la sua risposta alle domande di Mills, diede il via a un legame duraturo tra i due. Muir incoraggiò Mills a unirsi al movimento conservazionista e a scrivere delle sue avventure. Il suo libro “The adventures of a nature guide and essays in interpretation” pubblicato nel 1923 è considerato uno dei libri tra i più significativi nel campo della letteratura sull’interpretazione.

***

Charles Matthias Goethe (1875-1966)

Charles Matthias Goethe (1875-1966), imprenditore, scienziato, filantropo e ambientalista e fondatore della Eugenici Society of Northern California.

Goethe collaborò con varie organizzazioni, tra cui il Sierra Club di John Muir. Assieme alla moglie  avviò una serie di programmi interpretativi in collaborazione con il National Park Service.

Attivo nella causa conservazionista, Goethe era profondamente impegnato anche nei temi dell’educazione e della cura dell’infanzia abbandonata.

Durante una serie di viaggi in Europa insieme alla moglie Mary tra il 1911 e il 1912, ebbe modo di osservare il lavoro educativo condotto da una giovane insegnante in escursione con i suoi allievi presso il Lago di Lucerna. Dopo quell’incontro, i due approfondirono le metodologie europee del nature study e delle escursioni scolastiche nella natura, così come esse si erano sviluppate in Germania, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna e Danimarca: da qui, la decisione di replicarle su suolo americano. Individuata la località del Lago Tahoe, vi fondarono quello che sarebbe diventato il «Lake Tahoe Laboratory», nel quale chiamarono Miller e Bryant a prestare servizio come guide naturalistiche[1].

Come Bailey, Goethe era promotore di una didattica educativa basata sull’apprendimento informale ed esperienziale. 

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 64

***

Freeman Tilden (1883-1980)

Freeman Tilden (1883-1980), giornalista, scrittore e drammaturgo, decise che aveva bisogno di un cambiamento nella sua vita all’età di 58 anni. Quando il suo amico Direttore del National Park Service Newton Drury lo invitò a lavorare con il National Park Service, entrò nel campo dell’interpretazione e cambiò per sempre la professione. In viaggio in vari parchi per scrivere libri sul sistema nazionale dei parchi si occupò della qualità dei programmi interpretativi dei parchi stessi.

Tilden è considerato il padre dell’interpretazione, grazie al suo famosissimo libro “Interpreting our heritage” pubblicato, la prima volta nel 1957 e successivamente in diverse edizioni. In Italia è molto utile, per desidera approcciarsi allo studio dell’interpretazione, l’edizione pubblicata nel 2019 in lingua italiana, su traduzione di Vanessa Vaio: Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica.

Nel suo libro Tilden, consolidò le basi teoriche, metodologiche e didattiche, stabilendo i principi e le teorie dell’Interpretazione del patrimonio Culturale e sottolineando l’importanza esperienziale nei percorsi di interpretazione.

Tilden fornì anche la prima definizione formale di Interpretazione:

Interpretazione (Freeman Tilden – 1957)

“Attività educativa che aspira a rivelare significati e relazioni attraverso l’utilizzo di oggetti originali, esperienze da vivere in prima persona e mezzi esemplificativi, piuttosto che la mera trasmissione di fatti”[1]

I Principi dell’interpretazione di Freeman Tilden[2]

  1. Qualsiasi interpretazione che non metta in relazione ciò che viene illustrato o esposto con un aspetto della personalità o con l’esperienza del visitatore risulterà sterile.
  2. L’informazione in se non è interpretazione. L’interpretazione è rivelazione fondata sull’informazione. Ma esse sono due cose del tutto differenti, sebbene tutta l’interpretazione includa l’informazione. Tuttavia, ogni attività di interpretazione contiene informazioni.
  3. L’interpretazione è un’arte che ne combina altre, qualunque sia l’argomento esposto: scientifico, storico, architettonico. E in qualche misura, ogni arte può essere insegnata.
  4. Lo scopo principale dell’interpretazione non è istruire ma provocare.
  5. L’interpretazione dovrebbe aspirare a presentare il tutto anziché una parte e dovrebbe rivolgersi all’uomo nel suo insieme piuttosto che ad una sua sola fase di sviluppo.
  6. L’interpretazione rivolta ai bambini (fino a circa 12 anni) non dovrebbe essere una diluizione di quello che si propone agli adulti, ma avere un approccio del tutto diverso. Richiederà programmi specifici e separati per il meglio

[1] Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 29

[2] Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 31

 

Per approfondire gli argomenti trattati in questo articolo:

Percorsi Esperienziali e Interpretazione del Patrimonio Culturale Vol. 1: Origini e Principi Teorici (volume scaricabile gratuitamente)

  • SPE200: Fondamenti e Pratiche del Turismo Esperienziale (16 ore online): Questo corso mira a promuovere l’alfabetizzazione esperienziale, introducendo i principi fondamentali delle esperienze e dimostrando, mediante esempi pratici, la loro applicazione nel settore del turismo esperienziale.
  • SPE201: Fondamenti e Pratiche di Heritage Interpretation(16 ore online): Questo corso si prefigge di promuovere un approccio olistico alla valorizzazione del territorio, introducendo i principi fondamentali delle esperienze e dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale. Attraverso esempi pratici, verrà illustrato come questi principi si concretizzino nell’ambito della Heritage Interpretation.

I due corsi sono fruibili nell’ambito del programma:

Verso un Nuovo Orizzonte Turistico e Culturale: Formazione Gratuita e Diffusione delle Conoscenze 

In Evidenza HI

L'articolo 1) I “Padri” del concetto di Interpretazione proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
La nuova economia delle Esperienze https://www.itinerariesperienziali.it/economia-delle-esperienze/ Sat, 28 Jan 2023 07:36:17 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100000741 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo La nuova economia delle Esperienze proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

La nuova economia delle Esperienze 

di Ignazio Caloggero

L’articolo mette in correlazione il concetto di Esperienza con l’evoluzione in atto del tipo di offerta economica che vede l’economia delle esperienze come una naturale evoluzione dell’economia dei servizi e dei beni.

Come pronosticato da Pine e Gilmore nel 1999, stiamo assistendo ad un passaggio dall’economia dei servizi ad una economia delle esperienze (Transizione Esperienzial). Tale trasformazione riguarda ormai non solo i settori storicamente legati al turismo (ricettività, ristorazione, artigianato artistico, eventi culturali, turismo culturale, museale ed ecomuseale, esperienziale, rurale e agriturismo), ma anche quello dei servizi e della commercializzazione dei prodotti. Il risultato è che le esperienze vanno intese non solo come oggetto di offerta in sé (Offerta Esperienziale) ma strumentali alla erogazione di servizi o vendita di prodotti (Marketing Esperienziale). L’articolo fornisce inoltre una definizione formale di “esperienza”

Le offerte economiche

Gli americani Pine e Gilmore [L’economia delle Esperienza: Oltre il servizio -1999-2013] distinguono diverse offerte economiche:

  • Le materie prime (commodity): materiali fungibili estratti dal mondo naturale, animale, minerale o vegetale;
  • I beni: manufatti tangibili;
  • I servizi: attività intangibili.
  • Le esperienze: eventi memorabili che coinvolgono gli individui sul piano personale.

Le esperienze ci sono sempre state, ma nei fatti sono state sempre considerate all’interno dei servizi. Pine e Gilmore individuano delle distinzioni economiche in base al tipo di offerta.

Fonte: Pine e Gilmore [L’economia delle Esperienza 1999-2013]

Pine e Gilmore sottolineano il fatto che nel tempo si sia passati da una economia basta prevalentemente sulle materie prime ad una economia prima basata sui beni e successivamente sui servizi e che il XXI secolo costituisce il periodo in cui si assisterà alla trasformazione da una economia basata prevalentemente sui servizi ad un’economia basata sulle esperienze.

Le Esperienze

Le esperienze costituiscono un nuovo tipo di offerta.  Come affermano Pine e Gilmore:

Le imprese creano esperienza quando coinvolgono i clienti in modo memorabile

Se i beni (prodotti) sono tangibili e i servizi sono intangibili, ciò che caratterizza le esperienze è che sono memorabili. I clienti, nel caso delle esperienze, vengono spesso chiamati “ospiti”. Gli ospiti attribuiscono un valore aggiunto al fatto di essere coinvolti in qualcosa di personale e memorabile. 

Il passaggio da una economia dei servizi ad una economia delle esperienze, costringerà molti produttori ad “esperienzializzare” i loro beni, se questo a volte è semplice (i costruttori di automobili possono sempre puntare sul concetto dell’esperienza della guida), a volte lo è un po’ meno: il produttore di bulloni avrà qualche difficoltà e dovrà appellarsi all’ingegno.

Esistono comunque varie possibilità che ogni produttore può mettere in pratica per offre esperienze, a esempio usare una marca esperienziale per i propri prodotti (come fanno Nike, Coca Cola), inscenare eventi esperienziali per i propri prodotti, campagne di marketing che tocchino i sensi e cuori dei propri clienti affidandosi quindi a quello che viene chiamato Marketing Esperienziale.

Il marketing esperienziale è un approccio di marketing incentrato non tanto sul prodotto, ma sul consumatore e più precisamente le sue esperienze.

Obiettivo delle strategie di questo tipo di marketing è identificare che tipo di esperienza valorizzerà al meglio i beni e i servizi dell’impresa.

Il concetto di esperienza è applicato a molti settori, in campo economico è considerata una categoria di offerta e si parla spesso di:

  • Marketing esperienziale: quando l’esperienza è strumentale alla erogazione di servizi o vendita di prodotti (non ti vendo solo il prodotto ma anche l’esperienza che ne deriva).  In pratica le aziende diventano fornitori di emozioni ed esperienze
  • Offerta Esperienziale: quando l’esperienza è essa stessa oggetto di offerta.

Esperienze: eventi memorabili che coinvolgono gli individui sul piano personale [Pine e Gilmore – 1999].

Ambiti delle esperienze:

  • intrattenimento,
  • educazione,
  • evasione
  • esperienza estetica.

Questi ambiti sono mescolati fra loro in misura e proporzioni diverse, a seconda del tipo d’esperienza e dell’ospite coinvolto, contribuendo a creare eventi unici, personali e irripetibili.

Il grado di coinvolgimento del cliente dipende sia dal cliente stesso (livello di predisposizione ad essere coinvolti in un dato evento) sia dall’organizzazione che offre l’esperienza (capacità di coinvolgere i clienti).

  • L’ambito dell’intrattenimento: si verifica quando le persone assorbono passivamente gli eventi, attraverso uno o più sensi, come solitamente capita quando si ascolta della musica, si guarda un film o si legge per piacere.
  • L’ambito dell’educazione: anche nelle esperienze educative, le persone assorbono gli eventi, ma a differenza dell’intrattenimento, l’educazione implica la partecipazione attiva dell’individuo.
  • L’ambito dell’esperienza estetica: in queste forme di esperienze gli individui si immergono in un evento o ambiente ma restano passivi. Le tipiche esperienze estetiche sono quelle turistiche, come visitare un parco naturale, una galleria d’arte o un museo. L’estetica di un’esperienza può essere del tutto naturale (es. parco naturale), essenzialmente artificiale (es. parco tematico), o una realtà intermedia. E’ opportuno chiarire che l’esperienza di per se non è artificiale: ogni esperienza creata nell’individuo è reale, indipendentemente dal fatto che alla base dell’esperienza ci sia un evento naturale o artificiale.
  • L’ambito dell’evasione: le esperienze di evasione implicano un’immersione nell’evento e partecipano in modo attivo. Rispetto alle esperienze puramente di intrattenimento o educative l’ospite è in questo caso del tutto immerso in esse, come succede per le esperienze estetiche, ma grazie alla sua partecipazione attiva diventa attore protagonista dell’evento che costituisce l’esperienza. Un esempio di evasione sono le offerte del turismo d’avventura (escursioni) o la partecipazione diretta a sport estremi (kayak).

Partecipando a un’esperienza estetica gli ospiti vorranno essere lì, a un’esperienza di intrattenimento vorranno guardare, a un’esperienza d’evasione vorranno provare, a un’esperienza educativa vorranno imparare. [Pine e Gilmore: L’economia delle Esperienza 1999].

Ecco un esempio di come la catena di negozi Bass Pro Shops ha trasformato lo spazio vendita in esperienza da vivere (Marketing Esperienziale).

Ecco un  ristorante a tema dove il cibo è solo un pretesto  per ciò che viene chiamato “eatertainment” (eat, mangiare, più entertainment, divertimento).

 

Nota:

Per approfondire gli argomenti trattati in questo articolo:  

Percorsi Esperienziali e Interpretazione del Patrimonio Culturale Vol. 1: Origini e Principi Teorici (volume scaricabile gratuitamente)

Corso Base SPE100: Introduzione ai Percorsi Esperienziali (25 ore online) (corso fruibile all’interno del progetto “Turismo Esperienziale e Interpretazione del Patrimonio Culturale” )

Formazione in Evidenza
Corsi Base 

Corsi tematici sulla Progettazione delle Esperienze

Nessun articolo trovato.

Corsi con Attestazione Professionalizzante ai sensi della Legge 4/2013

L'articolo La nuova economia delle Esperienze proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
Programma Qualità Esperienziale https://www.itinerariesperienziali.it/quality-experience/ Tue, 03 Jan 2023 14:19:49 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100009446 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo Programma Qualità Esperienziale proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

Programma Qualità Esperienziale (Quality Experience)
A cura di Ignazio CaloggeroQuality Experience

L’iniziativa rientra nel più ampio progetto “Turismo Esperienziale e Interpretazione del Patrimonio Culturale” 

Nota: Il Programma Qualità Esperienziale trova la sua naturale estensione nel Programma Qualità Totale per il Turismo. Mentre il Programma Qualità Esperienziale si concentra specificamente sulla qualità delle esperienze offerte ai turisti, il Programma Qualità Totale per il Turismo adotta un approccio più ampio e integrato, incorporando diversi fattori di qualità per migliorare l’intera offerta turistica. In altre parole, il primo è focalizzato sull’applicazione dei principi esperienziali come parametri di misurazione della qualità esperienziale, mentre il secondo estende l’attenzione a vari aspetti della qualità totale nel turismo.

Premessa

L’origine della saggezza è la definizione dei termini
(Socrate)

Lo sviluppo economico di un territorio è strettamente legato al suo sviluppo turistico, specialmente in un contesto in cui le nuove forme di turismo stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante. I “nuovi turismi” agiscono come catalizzatori dello sviluppo economico locale. Attraverso l’offerta di esperienze uniche e personalizzate, essi rafforzano il legame tra il patrimonio culturale e la comunità, generando effetti positivi sul piano economico, sociale e culturale.

Negli ultimi anni si è affermato un nuovo approccio alla fruizione del patrimonio culturale, caratterizzato da una crescente domanda di turismo integrato, con particolare attenzione a forme innovative come il Turismo Esperienziale, delle Radici, del Made in Italy, Religioso e dei Cammini. I turisti di oggi non si limitano più a visitare i luoghi, ma desiderano immergersi nella storia, nelle tradizioni popolari, nei prodotti tipici, nei miti e nelle leggende che definiscono l’identità delle destinazioni. 

Si sta inoltre assistendo a un’evoluzione in chiave esperienziale delle offerte turistiche, anche nei settori storici come i viaggi, l’enogastronomia, la cultura e il benessere. Oggi si sente sempre più spesso parlare di Travel Experience, Dinner Experience, Wellness Experience, Guest Experience, Open Air Experience ed Event Experience. 

Un elemento critico che potrebbe ostacolare uno sviluppo economico ottimale basato sul turismo esperienziale, nelle sue diverse forme, è la mancanza di formalizzazione degli aspetti cruciali: cosa sono le attività esperienziali, a quali tipologie di attività possono essere applicate, con quali strumenti e quali competenze devono avere i professionisti coinvolti. Una possibile soluzione è applicare i principi del Quality Management, che invita a partire dalla stessa definizione di Qualità Esperienziale. Il programma Quality Experience, partendo proprio da questa definizione, mira a individuare in modo formale e puntuale gli elementi che possono favorire uno sviluppo economico ottimale basato sul turismo esperienziale.

La Qualità Esperienziale

La norma ISO 9000: 2015 fornisce la seguente definizione:

 Qualità: Grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche di un oggetto soddisfa i requisiti

Questa definizione si avvicina alla definizione da me utilizzata sin dal 2013:

 Qualità: Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti a un’entità di confermare le aspettative ad essa riferibili da tutte le parti interessate

possiamo adattare questa definizione al concetto di qualità esperienziale.

Qualità esperienziale (Cosa): Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti a un’attività esperienziale di rispondere alle aspettative di tutte le parti interessate, 

A partire da questa definizione, emerge la necessità di identificare i seguenti aspetti in relazione al concetto di qualità esperienziale:

  • Le attività esperienziali (A Cosa): Il contesto a cui si applica la qualità, rappresentato dal Repertorio delle Attività Esperienziali.
  • Le parti interessate (A Chi): Coloro che esprimono le aspettative o i bisogni. Semplificando, possiamo riferirci ai fruitori delle offerte esperienziali, quali clienti, utenti, turisti, visitatori, ospiti o partecipanti.
  • Le caratteristiche (Con che cosa): I fattori della qualità esperienziale, ovvero gli elementi che devono essere applicati per soddisfare le aspettative delle parti interessate, definiti nei Principi Esperienziali.
  • I professionisti (Chi): Le principali figure professionali coinvolte e le competenze necessarie per l’erogazione delle offerte esperienziali. Identificare i ruoli chiave e le competenze specifiche richieste è essenziale per garantire che l’esperienza soddisfi le aspettative delle parti interessate. Compiti e Competenze professionale sono definiti nel Repertorio Professionisti delle Esperienze.

Nota 1: Applicando il principio di semplificazione, ho sostituito il termine entità con attività esperienziale in quanto il focus su cui desidero puntare è l’applicazione dei principi esperienziali, visti come  fattori per la misurazione della qualità esperienziale. Nel programma Qualità Totale per il Turismo, il concetto di entità è molto più ampio è comprende anche l’organizzazione, i processi e le risorse coinvolti nell’offerta. 

Il programma Quality Experience, partendo proprio dalla definizione di “Qualità Esperienziale”  si sviluppa su tre direttrici tra loro profondamente legate:

  • Repertorio delle Attività Esperienziali (A cosa): Identificazione e classificazione delle diverse attività a cui è possibile applicare il concetto di  “offerta esperienziale” 
  • Principi Esperienziali (Con Che Cosa):  Trasformazione dei principi esperienziali in indicatori misurabili, tenendo conto della specificità delle attività indicate nel Repertorio delle Attività Esperienziali.
  • Repertorio Professionisti delle Esperienziali (Chi): Individuazione e definizione dei profili professionali incentrati sulle competenze espresse in termini di Conoscenze, Abilità, Responsabilità e Autonomia. 

Nota 2: Il Repertorio Professionisti delle Esperienze è in stretta correlazione con un progetto più ampio che mira a definire schemi condivisi delle competenze professionali basati sugli standard EQF, ECVET e ANPR. E’ opportuno chiarire che l’obiettivo non è la certificazione dei professionisti che pur se auspicabile, rimane un atto volontario ma individuare schemi uniformi, trasparenti e riconoscibili a livello nazionale e internazionale. Per approfondimenti su tale aspetto si veda la Rete delle Competenze (RdC)     

L’adesione al programma o alla Rete delle Competenze (RdC) non comporta alcun obbligo o impegno economico e ha un valore esclusivamente scientifico e culturale. per ulteriori informazioni info@aiptoc.it 

Per i dettagli si vedano le schede di approfondimento:

Schede di approfondimento 

I Libri delle Esperienze 

I libri delle Esperienze sono disponibili sul mercato, ma possono essere scaricati gratuitamente, alcuni in versione completa, altri sotto forma di ampi estratti, dal sito ACADEMIA.EDU per facilitarne l’accesso a studiosi e appassionati. Le istruzioni dettagliate per il download sono disponibili nelle schede informative sottostanti.

 

In Evidenza

L'articolo Programma Qualità Esperienziale proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>
Programma Qualità Totale per il Turismo https://www.itinerariesperienziali.it/programma-qualita-totale-per-il-turismo/ Mon, 09 Nov 2020 15:09:29 +0000 https://www.itinerariesperienziali.it/?p=100010136 All the Lorem Ipsum generators on the Internet tend to repeat predefined chunks as necessary

L'articolo Programma Qualità Totale per il Turismo proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>

Programma Qualità Totale per il Turismo (Total Quality for Tourism)
A cura di Ignazio Caloggero

L’iniziativa rientra nel più ampio progetto “Turismo Esperienziale e Interpretazione del Patrimonio Culturale” 

Premessa

Ultimamente sento sempre più parlare della necessità di garantire qualità nel turismo. Non a caso, uno dei panel del secondo Forum Internazionale del Turismo, tenutosi a Firenze dall’8 al 9 novembre 2024, si intitolava “Open to Qualità”.

Per chi, come me, è stato per oltre vent’anni ispettore per la Certificazione di Qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001, non può che essere d’accordo. Tuttavia, è fondamentale evitare di banalizzare il concetto di qualità, riducendolo a semplici etichette alla moda, come spesso accade anche con il concetto di Turismo Esperienziale.

Ed è proprio per questo motivo che nasce il “Programma Qualità Totale per il Turismo”, che si basa sulla definizione formale di “qualità” e si sviluppa attraverso lo studio approfondito di tre aspetti fondamentali:

  • Repertorio del Comparto Turistico (A Cosa): Identificazione del contesto a cui si applica la qualità.
  • Fattori della Qualità (Con Che Cosa): Definizione degli elementi utili a “misurare” la qualità.
  • Repertorio delle Professioni (Chi): Individuazione delle principali figure professionali coinvolte e le competenze necessarie.

Il Programma Qualità Totale per il Turismo è un’estensione del Programma Qualità Esperienziale e mira a migliorare la qualità complessiva delle offerte turistiche attraverso un approccio integrato che considera vari aspetti della qualità, inclusa la dimensione esperienziale. Mentre il Programma Qualità Esperienziale si concentra specificamente sulla qualità delle esperienze offerte ai turisti, il Programma Qualità Totale per il Turismo adotta un approccio più globale, integrando diversi fattori di qualità per migliorare l’intera offerta turistica. In altre parole, il primo è focalizzato sull’applicazione dei principi esperienziali come fattori per la misurazione della qualità esperienziale, mentre il secondo estende l’attenzione a vari aspetti della qualità totale nel turismo.

Presentazione

Per semplificare la comunicazione, verrà utilizzato il termine “offerta turistica“. Tuttavia, è fondamentale chiarire che con questo termine non si intende esclusivamente le proposte rivolte ai turisti, ossia a coloro che viaggiano e visitano luoghi diversi dalla propria residenza abituale. Al contrario, l’offerta turistica comprende anche le attività e i servizi destinati ai “non viaggiatori”, cioè alle persone del luogo che desiderano fruire di offerte culturali, di intrattenimento e di svago nel proprio territorio.

L’origine della saggezza è la definizione dei termini
(Socrate)

In un mercato turistico sempre più dinamico e competitivo, la qualità è diventata un elemento cruciale per il successo e la differenziazione delle destinazioni e delle offerte turistiche. I turisti di oggi sono sempre più attenti ed esigenti, alla ricerca di esperienze autentiche, affidabili e memorabili. Per questo motivo, la qualità non rappresenta solo un valore aggiunto, ma una necessità strategica per garantire l’attrattività e la competitività del sistema turistico nel suo complesso. Investire nella qualità, infatti, non solo rende un’offerta più competitiva, ma ha anche un impatto positivo e duraturo sulla reputazione e sulla fidelizzazione dei clienti.

Uno degli ostacoli alla qualità è la mancanza di formalizzazione degli aspetti fondamentali: cosa si intende per qualità, a quali elementi va applicata, come si misura (fattori e indicatori) e quali competenze devono possedere i professionisti coinvolti. Una possibile soluzione è applicare i principi del Quality Management, iniziando proprio dalla definizione stessa di qualità. Il programma Total Quality for Tourism si propone, partendo da questa definizione, di individuare in modo formale e puntuale gli elementi che possono favorire l’attrattività e la competitività del sistema turistico.

Di seguito sono riportati gli elementi essenziali del programma. Per un approfondimento sui concetti del Quality Management, rimando alla specifica area web che ho creato:  Elementi di Quality Management

La Qualità Turistica

Partiamo dalla seguente definizione, adattata alle nostre esigenze a partire dalla definizione di qualità indicata nella norma internazionale ISO 9000:2015:

Qualità turistica (Cosa): Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti a un’offerta turistica di rispondere alle aspettative di tutte le parti interessate

E’ utile chiarire cosa si intende per Qualità Totale: 

Qualità Totale: La Qualità Totale è la capacità di un sistema di integrare e soddisfare, in modo coerente, un insieme di caratteristiche multidimensionali che rispondono alle aspettative di tutte le parti interessate. Questo concetto si fonda almeno sui seguenti pilastri fondamentali:

    • Qualità Tecnica: competenza, affidabilità, sicurezza, infrastrutture e attrezzature;

    • Qualità Relazionale: cortesia, empatia, accoglienza, comunicazione; 

    • Qualità Organizzativa: flessibilità, trasparenza, tempestività, continuità, elasticità, accessibilità generale, pianificazione, miglioramento continuo;

    • Qualità Sociale: tutela, motivazione, accessibilità in base ai bisogni, sostenibilità.

Se si desidera che le offerte turistiche siano considerate offerte esperienziali, è utile aggiungere un ulteriore pilastro con i fattori corrispondenti ai principi esperienziali:

  • Qualità Esperienziale: approccio multisensoriale, approccio culturale, unicità, approccio relazionale, partecipazione diretta, apprendimento esperienziale, approccio tematico, approccio estetico, intrattenimento, immersione

Per le offerte culturali, il cui principale obiettivo è la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, è utile considerare anche i principi della Heritage Interpretation:

  • Qualità Interpretativa: rivelazione (comunicazione ermeneutica), provocazione (comunicazione basata sulla provocazione), approccio sistemico (visione olistica), approccio su misura, approccio creativo, interpretazione fondata sui fatti, semplicità e coerenza comunicativa, connessione emotiva (passione) 

Infine, la qualità totale è influenzata, direttamente o indirettamente, da condizioni esterne – culturali, economiche, sociali e politiche – che, sebbene non sempre direttamente gestibili dai fornitori di servizi turistici, incidono significativamente sulla percezione della qualità da parte dei visitatori e sulla competitività dell’offerta turistica. Da qui l’importanza di considerare, quando possibile, i cosiddetti “Fattori di contesto.”

  • Qualità Esterna (o di Contesto): include il contesto normativo, politico ed economico, nonché fattori relativi a salute e igiene (condizioni sanitarie, epidemie), sicurezza pubblica (criminalità, violenza, fenomeni di terrorismo), politiche di prezzo, politiche di sviluppo e sostenibilità, innovazione, e attrazioni sia endogene che indotte.

Ogni pilastro include una serie di fattori (dimensioni della qualità) che contribuiscono a formare un sistema integrato e orientato al miglioramento continuo. Per ulteriori dettagli sui singoli fattori, si rimanda all’area: Elementi di Quality Management.

 Programma Qualità Totale per il Turismo

A partire dalla definizione di Qualità Turistica, emerge la necessità di identificare i seguenti aspetti in relazione al concetto di qualità esperienziale:

  • Le entità (A Cosa): Il contesto a cui si applica la qualità, rappresentato dalle Offerte turistiche e dai servizi collegati  definiti nel Repertorio del  Comparto Turistico 
  • Le parti interessate (A Chi): Coloro che esprimono le aspettative o i bisogni. Semplificando, possiamo riferirci ai fruitori delle offerte e dei servizi turistici quali clienti, utenti, turisti, visitatori, ospiti o partecipanti.
  • Le caratteristiche (Con che cosa): Gli  elementi che devono essere applicati per soddisfare le aspettative delle parti interessate, definiti nei Fattori della Qualità.
  • I professionisti (Chi): Le principali figure professionali coinvolte e le competenze necessarie per l’erogazione delle offerte turistiche e dei servizi collegati. Identificare i ruoli chiave e le competenze specifiche richieste è essenziale per garantire che le offerte soddisfino le aspettative delle parti interessate. Compiti e Competenze professionale sono definiti nel Repertorio delle Professioni TASP: Turismo, Arti, Spettacolo e Patrimonio Culturale.

Nota 1: Applicando il principio di semplificazione, ho sostituito il termine entità con offerta turistica ma essendo il focus orientato alla Qualità Totale, l’applicazione dei Fattori della Qualità, visti come  fattori per la misurazione della qualità, deve tenere conto di un contesto abbastanza ampio: organizzazione, processi, risorse coinvolte nell’offerta turistica e nei servizi collegati. 

Il programma Qualità Totale per il Turismo, partendo proprio dalla definizione di “Qualità”  si sviluppa su tre direttrici tra loro profondamente legate:

  • Repertorio del Comparto Turistico (Cosa): Identificazione e classificazione delle diverse tipologie di turismo e dei servizi connessi a cui è possibile applicare il concetto di  “qualità totale” 
  • Fattori della Qualità (Con Che Cosa):  Individuazione dei Fattori e degli Indicatori della Qualità  tenendo conto della specificità delle attività indicate nel Repertorio del Turismo.
  • Repertorio delle Professioni TASP: Turismo, Arti, Spettacolo e Patrimonio Culturale (Chi): Individuazione e definizione dei profili professionali incentrati sulle competenze espresse in termini di Conoscenze, Abilità, Responsabilità e Autonomia. 

Nota: Il Repertorio delle Professioni TASP mira a definire schemi condivisi delle competenze professionali basati sugli standard EQF, ECVET e ANPR. E’ opportuno chiarire che l’obiettivo non è la certificazione dei professionisti che pur se auspicabile, rimane un atto volontario ma individuare schemi uniformi, trasparenti e riconoscibili a livello nazionale e internazionale. Per approfondimenti su tale aspetto si veda la Rete delle Competenze (RdC)

L’adesione al programma o alla Rete delle Competenze (RdC) non comporta alcun obbligo o impegno economico e ha un valore esclusivamente scientifico e culturale. per ulteriori informazioni info@aiptoc.it 

Per i dettagli si vedano le schede di approfondimento:

Schede di approfondimento

Pubblicazioni 

Le pubblicazioni sono disponibili sul mercato, ma possono essere scaricati gratuitamente, alcuni in versione completa, altri sotto forma di ampi estratti, dal sito ACADEMIA.EDU per facilitarne l’accesso a studiosi e appassionati. Le istruzioni dettagliate per il download sono disponibili nelle schede informative sottostanti.

In Evidenza

L'articolo Programma Qualità Totale per il Turismo proviene da Itinerari Esperienziali.

]]>