Accademia di Belle Arti di MACERATA
Corsi
L’Accademia di Belle Arti di Macerata, suddivisa in 4 dipartimenti offre differenti percorsi formativi di I e II livello strutturati in trienni, bienni o quinquenni, l’articolata offerta formativa arricchita ulteriormente da Master e corsi di formazione è introdotta nelle seguenti guide visionabili in formato PDF.
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Scheda
L’Accademia di Belle Arti di Macerata è stata istituita nel dicembre del 1972, con decreto dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone, fortemente promossa dalla comunità e dagli Enti locali che vollero affiancare all’Università di plurisecolare tradizione anche il più alto livello della formazione artistica.
Macerata “la bella”, come la chiamava Luigi Bartolini, il grande artista nativo di Cupramontana ma maceratese d’adozione, nel cuore delle Marche centrali, arrampicata sulla sommità di un colle, come tanti paesi e città del nostro territorio, stretta tra il fiume Chienti e il fiume Potenza, con alle spalle i Monti sibillini e le dolci colline digradanti verso il Mare Adriatico. Un teatro naturale che ha conservato nel “disegno” caratteristico, variato nelle coltivazioni e completamente antropizzato, la testimonianza della secolare civiltà mezzadrile; che ha saputo mantenere il delicato equilibrio tra la natura e gli insediamenti umani; che ha dato vita ad un modello produttivo fatto di piccole e medie imprese a gestione familiare che rappresentano il vanto della regione e un modello di sviluppo sostenibile apprezzato in tutto il mondo.
Dalla sua istituzione fino al 1997, anno del drammatico evento sismico che ha interessato l’Umbria e le Marche, L’Accademia di Macerata ha avuto la sua sede nel prestigioso nobiliare Palazzo Buonaccorsi, una delle più autorevoli testimonianze della cultura architettonica e artistica tardobarocca della regione. All’interno di questa testimonianza storica eccellente, per oltre vent’anni, si è svolta la quotidianità dello studio e della ricerca, nell’aggiornamento della sperimentazione sui linguaggi, nell’avvicendarsi di docenti e studenti, nelle fondamentali trasformazioni che oggi incardinano strettamente le Accademie di Belle Arti al sistema universitario nazionale.
Attualmente l’Accademia di Macerata ha sede in un palazzo settecentesco del centro storico, ex convento delle monache cappuccine, dedicato a San Vincenzo con annessa chiesa a pianta centrale che funge da Aula Magna, Auditorium intitolato allo scenografo Josef Svoboda lungamente attivo nella città per le rappresentazioni all’Arena Sferisterio e spazio polifunzionale.
Gli eroici anni iniziali sono stati fecondi di attività ed incontri a livello internazionale. La proficua congiuntura che vedeva l’Accademia, per tramite del suo primo direttore Giorgio Cegna, legata all’attività editoriale artistica della Nuova Foglio, ha consentito il passaggio per Macerata e le conseguenti ricadute sulla didattica, di nomi illustri tra i quali gli artisti francesi legati a Pierre Restany e Michel Seuphor.
A seguire le direzioni autorevoli di Luigi Montanarini (dal 1972 al 1976), Giorgio Cegna (dal 1976 al 1979), Vincenzo Bianchi (dal 1979 al 1981), Remo Brindisi (dal 1981 al 1983), Armando Ginesi (dal 1984 al 1989), Robertomaria Siena (1990), Paola Ballesi (dal 1990 al 2001), Anna Verducci (dal 2001 al 2010), Giorgio Marangoni (dal 2011 – al Marzo 2012), Paola Taddei (dal 2012 al 2018) e Rossella Ghezzi attualmente in carica.
Tra i docenti un impronta veramente significativa hanno lasciato Remo Brindisi, Valeriano Trubbiani, Luciano Gregoretti, Antonello Falqui, Cesarini da Senigallia, Giorgio Facchini, Luigi di Sarro, Gino Marotta, Magdalo Mussio, Vittorio Mascalchi.
Molti studenti hanno intrapreso la carriera artistica con notorietà e successo, molti si sono dedicati all’insegnamento, molti altri sono occupati nel fitto tessuto produttivo locale nei ruoli della pubblicità, design e comunicazione.
Luigi di Sarro, Guido Bruzzesi, Remo Brindisi, Giorgio Massetani, Franco Carotti, Remo Pagnanelli, Valdivia Verdecchia, Carlo Javarone, Fanì Athanasakopoulou, Eliana Nori, prematuramente scomparsi ci accompagnano con il loro ricordo nostalgico.