Distretto Turistico Dea di Morgantina
“Le aree interne” come si dice…
Aidone, Caltagirone, Centuripe, Enna, Leonforte, Piazza Armerina: sei comuni, due province (Enna e Catania), un capoluogo. Città e paesi. Monti e laghi. Aree archeologiche, castelli e miniere. Boschi e fiumi. Usanze, processioni, Santi. Modi di dire, dialetti, modi di cucinare, modi di vivere. Paesaggi: di terra e di acqua, di coltivazioni, di uomini e donne. Il Distretto Turistico “Dea di Morgantina” non è solo un’istituzione amministrativa, è soprattutto un territorio, ovvero un sistema di territori che raccontano eccellentemente le aree interne siciliane, almeno quelle ricadenti nei cosiddetti Monti Erei. Monti non altissimi, ma molto movimentati nelle forme, ricchi di acqua e di paesaggi agrari. Con una storia così antica che sembrerebbe quasi che ce li abbiano lasciati apposta, alcuni gioielli archeologici: apposta per comprendere quanto si spinge indietro il passato di queste contrade e quanto densa sia stata la loro vita, giorno dopo giorno, millennio dopo millennio. Il complesso reticolo dei Castelli, la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, così amata dal pubblico con i suoi mosaici gentili, Morgantina che è una macchina del tempo per rivivere la vita quotidiana delle città greche e romane, le ceramiche ed i presepi di Caltagirone, le tracce degli arabi e i retaggi longobardi, e poi il lago di Pergusa, e le pesche di Leonforte, e i dolci di Aidone, e le ceramiche di Centuripe, e le rocche di Enna: tutti tasselli di un mosaico complesso, lento e plurimillenario che proietta il visitatore in un pezzo di Sicilia inedito, accogliente, desideroso di raccontarsi nei suoi percorsi e nelle sue eccellenze.
L’UNESCO non ha potuto non cogliere queste eccellenze, riconoscendo (in momenti diversi) Caltagirone e la Villa romana del Casale quali parti irrinunciabili del Patrimonio dell’Umanità. Al di là del valore istituzionale che un fatto del genere comporta, è come se l’UNESCO, avvezza a tali scelte, stesse invitando l’intera Umanità a visitare questo territorio, anche per motivi tanto diversi tra loro: come se invitasse il mondo intero a trovare anche qui, nel cuore della Sicilia, pezzi della propria storia, nel linguaggio, nel modo antico di costruire, nel ricco modo di rendere la tavola un luogo di scambio.
Ora si tratta di addentrarsi in questo territorio, lentamente. Prendersi del tempo, qualunque sia la stagione in cui si programma la visita. Percorrere le strade curvilinee, intravedere i paesi e le città dietro le colline, farsi abbagliare dai riflessi del sole sugli specchi di acqua o da centinaia di chilometri di paesaggi lì, sotto i nostri piedi. Questi luoghi ci aspettano, pronti ad accoglierci.